Famiglia

Amendola, skipper per ragazzi difficili

"Sottovento!", il primo film di Stefano Vicario, racconta le avventure di un equipaggio di ragazzi con handicap fisici e mentali.

di Antonio Autieri

Nel Nord Europa è un?esperienza già in uso da tempo. E anche in alcune comunità di recupero italiane come l?Agorà di Genova sembra che venga sperimentato questo genere di terapia: persone affette da vario tipo di handicap o disagio psicologico vanno per mare su imbarcazioni guidate da professionisti. Il mare come medicina per guarire problemi della mente e del corpo. A queste esperienze si è ispirato il regista Stefano Vicario, al debutto con il film Sottovento!, in questi giorni nelle sale italiane. «Un giorno mia moglie mi fece leggere un articolo su un?iniziativa del governo norvegese», racconta Vicario (autore anche della sceneggiatura insieme a Giovanna Koch). «Si trattava del finanziamento del restauro di un veliero da utilizzare come imbarcazione, per una sorta di terapia del mare a favore di giovani disadattati. Ripensando a questo spunto di cronaca è nata l?idea del film». Commedia di formazione centrata su questa interessante suggestione medico-sociale, il film ha come protagonista lo skipper Paolo (interpretato da Claudio Amendola): quarantenne disilluso, un tempo sulla cresta dell?onda (in tutti i sensi?), dopo un incidente di regata in cui perse un uomo in mare abbassa il tiro delle sue aspirazioni umane e professionali. Ma ha ancora un sogno: possedere il Capricorn, una stupenda barca a vela. Per ottenerla accetta un incarico che sembra una missione impossibile: navigare per sei mesi alla guida di sette ragazzi sui vent?anni con diversi problemi, che vanno dal disagio esistenziale all?handicap vero e proprio. Nel gruppo una ragazza depressa, una tossicodipendente malata di sesso, un ragazzo violento, una cleptomane, un mitomane, una bulimica, un timido balbuziente? Lo scopo del committente – uno psichiatra che è anche il facoltoso zio di uno dei ragazzi – è insegnare loro la navigazione a vela, ma soprattutto a vivere. Per controllare che tutto vada per il verso giusto, e che la missione si risolva con il reinserimento nella società dei sette ragazzi, lo psichiatra fa imbarcare sul Capricorn anche il suo avvocato (Anna Valle, ex miss Italia), che si innamorerà di Paolo. Pur con limiti di notevole semplificazione – a raccontarla così sembrerebbe uno di quei filmetti americani per teen-agers, ma con molto meno ritmo – Sottovento! è un gradevole film di formazione, con l?adulto buono che dopo le prime ritrosie accetta di guidare i giovani scapestrati. L?equipaggio ne passerà di tutti i colori, ma alla fine i ragazzi riusciranno a legare e a diventare un gruppo unito. Ispirandosi a fatti reali che disegnano un particolare tipo di cura medica e psicologica, il film di Vicario sembra però prefiggersi lo scopo di divertire e di commuovere un po? facilmente più che di far riflettere e informare su un fenomeno poco conosciuto. E anche alcune figure tra i ragazzi sembrano figlie del compromesso che spesso frena i film italiani: va bene il disagio esistenziale (anche se affetto da stereotipi), ma sarebbe stato più interessante parlare degli handicap motori davvero curati con queste terapie. L?impressione è che forse si temeva l?effetto sgradevolezza e che si sia modificata la sceneggiatura iniziale per rendere il film più ?commestibile?.


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