Non profit

Contro i cavilli fiscali ci vuole un esperto

L'esperto risponde/ Non profit, i dubbi di un’associazione ai nastri di partenza

di Salvatore Pettinato

Siamo due famiglie, con tre bambini a testa, che hanno deciso di dedicare la propria vita all?assistenza degli anziani. Abbiamo investito risparmi e liquidazioni, e abbiamo comprato un vecchio borgo di case di contadini, facendone una casa di accoglienza per anziani bisognosi: la Casa di Giobbe, un?associazione regolarmente registrata dal notaio. Da lei vorremmo sapere quali sono i passi burocratici necessari dopo questa registrazione, se ce ne sono. Vorremmo poi dei consigli su come muoverci per ottenere le agevolazioni maggiori, se c?è insomma un regime particolare che possa essere per noi particolarmente conveniente.
Fernando Bernardi

Risponde Salvatore Pettinato
Il primo consiglio che, mio malgrado, sono costretto a dare è il seguente: non provate a fare da soli, sulla base di qualche consiglio generico, ma rivolgetevi, carte alla mano, a qualcuno che davvero sappia trattare la materia: molti professionisti come si deve accettano di non farsi retribuire o quasi. Purtroppo la complicazione della nostra legislazione non consente autogestioni tecniche. La costituzione dell?associazione è stato un buon passo; ora bisogna vedere chi saranno i soci, se solo i gestori familiari o anche gli assistiti, come sarebbe meglio. Se la struttura avrà caratteri democratici (elezioni, voto per teste etc.) la casa di Giobbe può aspirare ad essere ente associativo, forse anche di promozione sociale, con ciò sottraendo le entrate ad ogni forma di prelievo corrente: altrimenti le rette, anche se di importo non remunerativo, rischiano la qualificazione in Iva e ai fini delle imposte sul reddito. Sarebbe poi opportuno chiedere da subito l?iscrizione nei registri del volontariato, perché almeno l?Iva non sarebbe dovuta e le imposte dirette, con un?accorta contabilità corrente, risulterebbero non dovute per il solo fatto che difficilmente la gestione evidenzierà un utile. Se le due famiglie promotrici si aspettano di ritrarre almeno degli ?stipendi? correnti, fermo restando che c?è anche l?aspetto previdenziale da curare nel caso che l?opera sia prestata non gratuitamente, è anche possibile ipotizzare la formazione di una Onlus, che garantisce la maggiore estensione di agevolazioni oggi possibile.

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