Famiglia

Rapporto Save the children su ricostruzione post-tsunami

A un anno dal terremoto, centinaia di migliaia di bambini sono ormai fuori dall'incubo.

di Chiara Brusini

Dall’emergenza alla ricostruzione: tutte le attività di Save the Children
nel rapporto “Con gli occhi dei bambini”.

Ristrutturazione e ricostruzione di scuole. Fornitura di materiale
scolastico. Censimento e ricongiungimento di minori separati. Supporto
psicologico a quelli traumatizzati. Allestimento di spazi sicuri di gioco
per bambini. Ricostruzione di case e allestimento di rifugi temporanei.
Aiuto alla ripresa delle attività lavorative e commerciali con programmi di
cash for work.

E’ quanto Save the Children, la più grande organizzazione internazionale
indipendente per la difesa e promozione dei diritti dei bambini, sta facendo nei paesi colpiti dallo tsunami, così come documentato in “Con gli occhi dei bambini”, un dettagliato rapporto attività a 1 anno dal terremoto-maremoto che ha colpito il Sud Est Asiatico, diffuso oggi in tutto il mondo.

“I soccorsi alle popolazioni colpite dallo tsunami rappresentano il più
ampio intervento di Save the Children nei suoi 85 anni di storia”, sottolinea Carlotta Sami, Direttore dei Programmi di Save the Children
Italia. “E’ stata una risposta massiccia e soprattutto immediata, che ha contribuito ad evitare ulteriori perdite di vite umane per malattie o
malnutrizione e fenomeni di sfruttamento e abuso ai danni dei bambini,
paventati da più parti. Se siamo riusciti in ciò è grazie al fatto che siamo
presenti in tutta l’area colpita da circa 30 anni”.

Indonesia, Sri Lanka e India sono i paesi in cui Save the Children sta
concentrando i suoi sforzi ma l’organizzazione è impegnata anche in
Thailandia, Somalia e Maldive.

Sono state 625.000 le persone, di cui 250.000 bambini, aiutate dopo le
devastazioni dello tsunami, responsabile di almeno 280.000 vittime, di cui 1/3 minori. 7.000 i bambini separati dai genitori censiti dagli operatori di Save the Children: 171 sono stati riuniti alle famiglie di origine o a parenti. Almeno 1.700 gli alunni coinvolti in programmi di supporto psicologico. 5.600 i bambini accolti nelle aree protette di gioco (in Indonesia e Sri Lanka). 98 le scuole e 400 le nuove case in costruzione
(saranno  3.300 entro il 2007) in Indonesia. 1.050 i rifugi temporanei
allestiti in Indonesia, Sri Lanka e India. Circa 35.000 le famiglie
coinvolte in programmi di cash for work. 261 milioni i dollari raccolti, di
cui 35 milioni spesi nella prima emergenza e 90 milioni nel corso del 2005.

E’, in cifre, il bilancio delle attività di Save the Children ad un anno dal
terremoto-maremoto,  secondo il rapporto “Con gli occhi dei bambini”.

“Save the Children ha avuto un ruolo leader nel censimento, nella
riunificazione e protezione dei minori. Attività in cui abbiamo una lunga
esperienza”, prosegue Carlotta Sami. “Abbiamo poi puntato sull’educazione, cercando di favorire un immediato ritorno a scuola, dove i bambini si sentono protetti e possono recuperare un senso minimo di normalità. Il terzo elemento distintivo del nostro intervento”, spiega ancora, “è stato farci carico dei bisogni anche delle famiglie dei bambini, offrendo per esempio delle opportunità di lavoro, con i cosiddetti programmi di cash for work.

Infine il nostro operato si è rivolto a tutti i bambini indistintamente,
compresi quelli di gruppi emarginati come le comunità Irula e Dalit in
India, i minori immigrati dal Myanmar in Thailandia, o di aree difficili dal
punto di vista geo-politico, come quella Tamil nello Sri Lanka”.

Dopo i primi aiuti di emergenza – distribuzione di cibo, acqua potabile,
ripari e assistenza medica – Save the Children ha avviato e sta portando
avanti il piano di 5 anni “Unire, Recuperare, Ricostruire” nei settori
chiave dell’educazione, protezione dei bambini, assistenza sanitaria,
miglioramento delle condizioni di vita, ricostruzione.

“Siamo orgogliosi dei grandi passi avanti che stiamo facendo nell’aiutare
tanti bambini e famiglie a ricostruire la loro vita, producendo dei
cambiamenti e miglioramenti di lungo periodo”, commenta ancora il Direttore dei Programmi di Save the Children Italia. “Tutto questo è stato possibile grazie alla straordinaria generosità dei nostri sostenitori in tutto il mondo, compresi tantissimi italiani a cui approfitto per dire grazie”.

Sono 2,5 milioni di euro i fondi raccolti in Italia all’indomani dello
tsunami e impiegati nel sostegno ai programmi in Indonesia e Sri Lanka. In Indonesia le donazioni italiane stanno consentendo: la costruzione di 5
scuole in 5 distretti della provincia di Aceh; attività pre-scolastiche per
migliaia di bambini; iniziative di cash for work per altrettante famiglie;
il supporto a un progetto di ricongiungimento di minori separati attraverso
il ricorso a emittenti radiofoniche locali. In Sri Lanka i fondi italiani
stanno finanziando la costruzione di strutture per la prima infanzia nei 3
distretti di Kilinochi, Mullaitivu e Trincomalee. Dei centri per la prima
infanzia, che saranno completati entro il 2006, beneficeranno circa 2.500
bambini fra i 3 e i 5 anni.

Oltre che nei paesi colpiti dallo tsunami, Save the Children sta assicurando aiuti a migliaia di bambini e famiglie coinvolte in altre gravi emergenze: sono 14 i paesi, compresi Pakistan e India,  in cui al momento l’organizzazione internazionale è presente con interventi di primo soccorso.

*Lavoro retribuito per opere di ricostruzione, affidato a persone rimaste
senza reddito a causa dello tsunami.

Il Rapporto “Con gli occhi dei bambini” è scaricabile al seguente indirizzo
internet: sito Save the children

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