Famiglia

Creatività (sociale) in banca

Tre storie di buone pratiche “made in Bcc” da Treviso al Cilento

di Ida Cappiello

Caso 1/ C?era una volta Vedelago, paese senza laureati La Bcc del Trevigiano ha premiato, appena qualche giorno fa, un giovane socio, Paolo Berro, 29 anni, laureato a pieni voti in ingegneria e oggi consulente del ministro della Funzione pubblica per l?accessibilità ai disabili dei servizi online della pubblica amministrazione. Paolo, paralizzato dalle spalle in giù a causa di un incidente stradale, ha conseguito la laurea a distanza, ma non è stato premiato in quanto disabile: è solo uno dei migliori studenti del comune di Vedelago, sede della banca, che da ormai 17 anni premia l?eccellenza scolastica dei giovani cittadini. Con un obiettivo ben preciso, spiega il presidente, Nicola Di Santo: «Abbiamo istituito il premio nel 1988, per ribaltare un triste primato del nostro territorio: il più basso tasso di diplomati di tutta la provincia di Treviso. Diamo agli studenti migliori borse di studio in libretti di deposito, da 100 a 500 euro. Abbiamo preferito dare poco a molti, che molto a pochi. L?altro giorno, alla premiazione, erano 18 i laureati con 110 e lode, e il primato negativo è solo un ricordo». Un altro fronte di impegno per la banca veneta è il prestito etico-solidale, un sostegno alle associazioni senza fini di lucro per la crescita strutturale, come il rinnovo di edifici o l?acquisto di mezzi di trasporto. «Nel 2004 abbiamo erogato 2 milioni e 600mila euro per 41 interventi, quest?anno stimiamo una cifra almeno pari», prosegue Di Santo. «Non valutiamo il merito di credito, come nelle normali istruttorie, e applichiamo come tasso d?interesse il tasso Eurolibor: ovvero, rinunciamo al nostro profitto. Non abbiamo registrato un solo caso di insolvenza». Caso 2/ Ad Azzano Decimo la Bcc s?è messa per strada Ad Azzano Decimo, il piccolo paese dove ha sede la Bcc Pordenonese, ha aperto di recente una casa di riposo per anziani con 120 posti e servizi socio-sanitari d?avanguardia, tra cui gli ambulatori aperti alla cittadinanza. L?associazione San Pietro, creata dalla banca e promotrice dell?istituto per anziani, ha passato il testimone al servizio sanitario pubblico ed è rimasta, per così dire, disoccupata. Per valorizzare le risorse, la Bcc ha avuto un?idea, spiega il presidente, Pietro Roman: «Abbiamo trasformato la non profit in un?associazione di servizio di secondo livello, con una sede e una collaboratrice part time, che svolge il ruolo di centro di servizio per il volontariato e, inoltre, coordina il trasporto di anziani, disabili e soggetti in difficoltà per conto di sette Comuni della provincia di Pordenone». Dall?inizio dell?attività, novembre 2003, fino a luglio 2005, sono stati effettuati 3mila viaggi e trasportate 6mila persone, con la collaborazione di 60 tra autisti professionisti e volontari. «È un?attività che coinvolge da vicino le famiglie, diventando anche un modo di far conoscere la banca alla gente. Per me è quasi un chiodo fisso: la comunità deve sapere che la banca è loro». Lo spazio per crescere insieme è tanto, continua Roman. «Il territorio è stato abbandonato dalle casse di risparmio e dalle popolari, che hanno smarrito la loro vocazione solidale. Siamo rimasti solo noi, dobbiamo cogliere l?opportunità». Così hanno avuto un?altra idea: creare comitati di zona, che cercano di coinvolgere i cittadini più sensibili ai problemi della comunità: insegnanti, madri di famiglia, medici. Per conoscere e farsi conoscere come banca ?differente? Caso 3/ Cilento, la fattoria cambia vita Nel Mezzogiorno, le Bcc hanno una grande opportunità da cogliere: riempire il vuoto lasciato dai due grandi istituti (Banco di Napoli e Banco di Sicilia) che hanno trasferito altrove il pensiero strategico. La Bcc dei Comuni Cilentani, frutto della fusione di quattro Casse meridionali, è una risposta concreta a questo bisogno. «Con impieghi dedicati per il 95% alla comunità di appartenenza, la Comuni Cilentani si è posta l?obiettivo di far crescere un?economia ritenuta marginale, valorizzando le potenzialità di uno sviluppo dolce, basato sul turismo sostenibile» dice il direttore generale Vincenzo Barone. «Il finanziamento del recupero architettonico delle aziende agricole per l?ospitalità è un bell?esempio».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA