Volontariato

Lavoro e diritto alla vita: i nostri punti fermi

L’Mcl va a congresso. Parla Carlo Costalli. «A prescindere da chi governi, sulle due questioni non molleremo la presa. E sulla politica dico: no ai neocollateralismi»

di Ettore Colombo

Carlo Costalli è – nella sua attività associativa, politica, sociale e sindacale come anche nei rapporti umani – proprio così come appare: sanguigno, verace, pugnace. Morale, si è fatto qualche avversario – oltre che molti amici, s?intende – in un mondo di ?madamine? ed esponenti, anche autorevoli, tutti ?politicamente corretti?, correttissimi (fino al punto di diventare – a nostro modesto, modestissimo, avviso – troppo ?politicamente coperti?), come è quello dell?associazionismo, del non profit e del terzo settore. Insomma, tutto è tranne uno che le manda a dire, Costalli.

Lo si capisce bene da questa intervista che ci ha rilasciato mentre si trovava nel suo buen retiro fiorentino a limare e correggere la relazione di apertura del decimo congresso del movimento che presiede da un bel po? di anni e della quale ci ha gentilmente anticipato le linee guida che ne segneranno i punti caldi. Una relazione che sicuramente farà discutere, forse anche con polemiche. Ma questo è il destino di personalità e movimenti come quelli guidati da tipi ?alla Costalli?. L?Mcl sta per Movimento cristiano dei lavoratori, nacque per scissione – schematicamente si potrebbe dire ?da destra? – delle Acli agli inizi degli anni 70, quando il movimento allora guidato da Livio Labor compì quella che è passata alla storia come la ?scelta socialista?.

Oggi l?Mcl, dopo aver siglato, nel ventennale della sua nascita (e cioè nell?ormai lontano 1992), una storica ?pace? proprio con le nuove Acli – quelle guidate e riportate a nuova linfa e vita da un altro presidente che, in questi anni, ha segnato la storia (e i successi) dell?associazionismo cattolico, Gigi Bobba – può e vuole, rispetto al vasto e largo arcipelago cattolico, anche cercare di indicare una strada.

Vita: Presidente, che tipo di Mcl porta a congresso, oggi?
Carlo Costalli: Un movimento che, finita la fase di crescita, è oggi una realtà affermata, seria e consistente. Ma che rilancia, proprio a partire da questo congresso, la sua immagine e soprattutto il suo concreto operare per il futuro. Un futuro che, chiusa appunto e ormai da anni la fase interna di crescita/assestamento, vuole indicare tre punti fondamentali per il proprio impegno. La questione sociale, la questione antropologica e la questione politica.

Vita: Cominciamo dalla questione sociale.
Costalli: Sulla questione sociale, proprio sulle colonne di Vita ho letto una bellissima intervista a Michele Tiraboschi, che fa un bilancio serio della legge Biagi. Una legge ancora incompleta e che va invece completata in tutte le sue parti, a partire dai finanziamenti per gli ammortizzatori sociali e fino al giusto inquadramento e completamento di un?altra legge cruciale, la legge Treu. Noi questi provvedimenti li vogliamo difendere e rafforzare, però, non di certo abrogare o indebolire. Ecco perché dal palco del congresso lancerò una grande campagna di rilancio e rivalorizzazione della legge Biagi. Durerà un anno e si concluderà con un convegno nazionale a Milano, a fine del 2006. A prescindere da chi governi.

Vita: Lei teme che un eventuale governo di centrosinistra abroghi o renda inutile la legge 30?
Costalli: Nel centrosinistra vi sono anche tanti riformatori, nella Margherita ma anche nei Ds. Penso a politici come Treu, ma anche agli stessi Fassino e Rutelli. Vedremo. Certo è che noi su questo fronte c?impegneremo a fondo e non molleremo la presa. Come anche, naturalmente, sul fronte della difesa della vita, cioè sul rispetto della laicità dello Stato ma che va anche e sempre accompagnato dalla difesa dei diritti della vita e del nascituro, come prescrive la stessa legge 194. Ecco perché c?impegneremo a fondo, anche rispetto alla presenza di volontari cattolici nei consultori, possibilità che la legge stessa prevede, perché venga fatta una corretta informazione, sui temi della vita.

Vita: E così siamo alla questione antropologica…
Costalli: Per noi è chiaro un punto: per un cattolico la donna è al centro delle sue riflessioni, non vogliamo certo limitarne la libertà e i diritti, ma poterla aiutare a informarsi e quindi a scegliere. Quante donne, magari immigrate, ricorrono all?aborto solo perché non sanno come mantenere un figlio per problemi economici e perché non sanno che è possibile lasciarlo in vita, anche senza riconoscerlo, affidandolo ad altre famiglie, allo Stato o alle associazioni il loro bambino, anche se non voluto?

Vita: Chiudiamo con la questione politica. Non rischia grosso, il mondo cattolico, a schierarsi politicamente?
Costalli: Il nostro faro è l?autonomia. Solo una bassa propaganda laicista può far credere vero il contrario. La Chiesa fa il suo dovere, nulla di più, poi sono i movimenti che si muovono e che decidono. In piena e totale libertà, ma certo che quello che dice la Cei non può e non deve essere per noi indifferente. Dopo tanti non inutili appelli all?unità, un terreno fertile l?abbiamo trovato, ed è quello della vita. Lì ci sono i nostri valori comuni,lì la ragione del nostro impegno. Ma dobbiamo guardare, più che alle elezioni politiche, a un appuntamento per noi davvero cruciale, quello ecclesiale di Verona 2006. Resta il punto: i cattolici organizzati sono stanchi di subire sia di essere subalterni a una cultura pseudo-cattolica e in realtà antagonista, sia di seguire un collateralismo strisciante ai partiti. Schierarsi apertamente con la politica vuol dire ?andare al governo? se vince il proprio schieramento di riferimento, ?finire all?opposizione? se si perde. In entrambi in casi ci si perde in autonomia e in credibilità. La nostra idea di fare e stare anche dentro
la politica è un?altra e faremo di tutto per tenervi fede.

Chi c’è
Il punto sulla Biagi con Tiraboschi e Furlani

Politici, sindacalisti e intellettuali in prima fila all?hotel Sheraton di Roma per il decimo congresso nazionale dell?Mcl, dal presidente della Camera, Pierferdinando Casini al leader della Cisl, Savino Pezzotta, al big dei Dl ,Franco Marini. Momento clou del congresso la mattina di sabato 3 dicembre quando a tema è la legge Biagi, vero punto forte del programma dell?Mcl. La relazione di apertura è affidata a Michele Tiraboschi, vice presidente della Fondazione Marco Biagi, e a Natale Forlani, amministratore delegato di Italia Lavoro. Donenica 3, invece, ai microfoni della sala congressi un ospite di rilievo, il cardinal Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.

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