Non profit

Le proposte del Terzo settore per il PdZ di Milano

“Nonostante il tentativo di esclusione da parte del Comune di Milano nella definizione del Piano di Zona, presentiamo le nostre proposte nelle aree disabili, minori e famiglie, anziani e grave emargin

di Antonietta Nembri

Il Forum provinciale del Terzo settore di Milano ha presentato le sue proposte per il Piano di zona dei servizi sociali del Comune di Milano per il triennio 2006-2008. E lo ha fatto, come hanno ricordato i portavoce: ?Nonostante il tentativo di esclusione da parte del comune di Milano nella definizione del Piano di zona”.

?Il terzo settore è stato coinvolto solo marginalmente e con tempi strettissimi nella predisposizione del Piano di zona del comune di Milano, lo strumento concepito per programmare in modo partecipato interventi nel campo dei servizi sociali” hanno osservato i portavoce nel corso dell’incontro di questa mattina, martedì 29 novembre, a Milano. “La legge 328 del 2000 ha introdotto importanti innovazioni nella programmazione delle politiche sociali locali. Definire priorità e interventi deve essere un processo plurale, partecipato e corale. Il terzo settore, con tutte le sue associazioni, offre un servizio pubblico e ha un ruolo pubblico perché esprime e costruisce gli interessi della comunità. La dimensione pubblica non appartiene solo alle istituzioni ed è per questo che il privato sociale e l?ente pubblico sono chiamati insieme a programmare e gestire servizi e attività che perseguano finalità di promozione e realizzazione del bene comune. Cosa che il comune di Milano non ha fatto?.

E’ questa la denuncia dei portavoce del Forum provinciale del terzo settore in occasione della presentazione delle proposte per il PdZ del comune di Milano da parte del Forum. ?Nonostante il comportamento del comune di Milano che non ha dato la possibilità al terzo settore di apportare un contributo fattivo nella definizione del Piano di zona 2006-2008?, hanno dichiarato Gianni Bottalico, presidente di Acli Milano, Flavio Mongelli, presidente di Arci Milano e Felice Romeo, vicepresidente Alcst-Legacoop Lombardia, ?riteniamo comunque di presentare delle nostre proposte in funzione di una partecipazione realmente creduta e voluta dal terzo settore?.

Il Forum provinciale del Terzo Settore è nato nel novembre 2003 ed è costituito da organizzazioni presenti sul territorio di Milano, rappresentative delle varie anime del mondo del volontariato, dell?associazionismo, della cooperazione sociale e del no profit.

In particolare, il Forum provinciale del Terzo Settore ha elaborato delle proposte nell?ambito di quattro aree di bisogno specifiche: disabili, minori e famiglie, anziani e grave emarginazione.

Di seguito il dettaglio

Disabili
? Individuare strumenti per la domiciliarità delle persone disabili e per il sostegno e sollievo alla famiglia;
? sviluppare l?integrazione dei servizi assistenziali con quelli formativi e di inserimento lavorativo;
? sviluppare azioni di orientamento e sostegno informativo alle famiglie;
? verifica della modalità per la rilevazione dei bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie e accompagnamento nel loro percorso di vita;
? favorire e organizzare operativamente momenti di scambio efficace tra sistema scolastico e altri servizi del territorio;
? maggiore tempestività e adeguatezza ad inizio anno scolastico nello stanziamento dei fondi per il diritto allo studio;
? verificare l?attuale capacità di risposta dei servizi a rispondere a richieste improvvise e/o temporanee di interventi di carattere sia diurno che residenziale;
? garantire con continuità risorse per il tempo libero della persona disabile e conseguentemente offrire periodi di sollievo alle famiglie;
? favorire, attraverso interventi integrati di politiche attive del lavoro, l?orientamento e l?accompagnamento al lavoro delle persone con disabilità anche attraverso il meccanismo delle convenzioni previste dalla legge 381/91.

Minori e famiglie
A Milano sono residenti 170.000 bambini e ragazzi, di cui il 18 % stranieri:
? 4.300 bambini sono in carico ai Servizi Sociali Comunali (oltre quelli a carico della Provincia)
? 1.300 bambini sono collocati in strutture residenziali
? 600 segnalazioni annuali al Pronto Intervento per il 95 % sono stranieri
? 750 minori denunciati alla Procura del Tribunale per i Minorenni
? 100 minori in adozione e 50 in affido eterofamiliare
? i bambini affidati a causa di separazione sono il doppio che in Italia
? i bambini affidati a causa di divorzio sono il triplo che in Italia
? diverse migliaia sono in lista d?attesa per un posto in asilo nido
? il 14 % dei ragazzi frequentanti la scuola media sono in ritardo scolastico
? 2.500 minori dimessi dagli ospedali hanno malattie e disturbi mentali e del sistema nervoso

La famiglia milanese sta velocemente cambiando: il 28,5% dei bambini nascono fuori dal vincolo matrimoniale; il 17,7% dei minorenni vivono con un solo genitore e il 34% dei bambini assistiti dal Comune di Milano provengono da queste famiglie più fragili.

A fronte di questi dati, si impone la stesura di un vero e proprio Patto educativo con le giovani generazioni strutturato secondo quattro priorità:
1- Il bambino e il ragazzo in famiglia: occorre investire in asili nido, ma anche e molto in servizi intermedi (tempi per le famiglie e centri gioco, qualificazione delle baby sitter, sviluppo di nuove forme organizzative come i nidi famiglia); occorre valorizzare e potenziare i centri giovani, l?educativa di strada, il ruolo attivo degli oratori e delle società sportive, le esperienze dei doposcuola di quartiere, riconoscere il ruolo dei centri educativi per minori;
2- il bambino e il ragazzo in difficoltà: per i minori stranieri non accompagnati risulta urgente risolvere il problema della tempestiva decisione sulla loro permanenza in Italia ovvero sull?opportunità di un loro rimpatrio. Una volta che venisse rilevato l?interesse del minore straniero a rimanere sul territorio nazionale, è urgente risolvere una serie di problemi quali la rimozione del divieto di lavoro, l?attribuzione della residenza, la possibilità di essere affidati a parenti entro il quarto grado; per i diversamente abili occorre aumentare le risorse finalizzate alla realizzazione di interventi e servizi a favore dei ragazzi più deboli e delle loro famiglie e potenziare l?integrazione tra i servizi neuropsichiatrici, consultoriali, socioassistenziali, formativi ed educativi; per i giovani con procedimenti penali occorre promuovere una rete dei servizi che operano a vario titolo con i minori imputati o riconosciuti responsabili di fatti di reato, al fine di chiarire competenze e responsabilità;
3- il bambino allontanato dalla famiglia: pur non considerandolo un ?dato economico? occorre aumentare le rette riconosciute alle comunità educative dato che i loro importi sono immutati da anni e che le cifre sono decisamente inferiori a quanto dovrebbe essere riconosciuto; occorre dare un sostegno di relazione alle famiglie affidatarie e adottive che va curato e coltivato;
4- il minore e i suoi diritti: occorre pensare a una città a misura di bambini, che va progettata nei suoi servizi, nelle sue strade, nei suoi parchi e nei suoi luoghi pubblici, tenendo conto dei bisogni e delle richieste dei ragazzi che sono i fruitori di oggi e di domani di una Milano più sostenibile (rumori, inquinamento, ambiente, percorribilità a piedi o in bici, sosta e verde).

Anziani
E? necessario prevedere la creazione di una Rete di Sportelli Sociali realizzata in ambito territoriale e rappresentata su nove municipalità. Ogni singolo Sportello diventa una porta di accesso alla rete dei servizi e rappresenta per il cittadino un punto di riferimento certo, facilmente raggiungibile, da cui ottenere tutte le informazioni necessarie. Lo Sportello, da parte sua, si fa carico di effettuare monitoraggi ed analisi dei bisogni presenti ed emergenti determinanti per la programmazione degli interventi sia a livello di zona sia a livello centrale.

Inoltre, si propone di:
? creare una banca dati unitaria per la rilevazione dei bisogni;
? riconoscere e sostenere i soggetti addetti alla promozione e gestione degli Sportelli Sociali;
? promuovere il sostegno alla domiciliarità;
? regolare e qualificare il mercato delle badanti;
? promuovere l?integrazione tra i diversi servizi territoriali.

Grave emarginazione
Questa area di intervento risponde a bisogni eterogenei e molto articolati. Comprende:
? Immigrazione
? Adulti in difficoltà
? Disagio psichico
? Senza fissa dimora
? Dipendenze
? Carcere
Le proposte prevedono:
? costituzione di un gruppo di lavoro che integri le diverse risorse disponibili per una regia complessiva del sistema di intervento contro l?esclusione sociale;
? promozione di un Polo Integrato per l?housing sociale, attraverso iniziative pilota di residenzialità sociale;
? consolidamento e sviluppo delle politiche integrate di inclusione sociale rivolte ai migranti quali ad esempio una rete di sportelli per le persone migranti;
? armonizzazione degli interventi di integrazione al reddito e di lotta alla povertà quali la promozione dell?affidamento di commesse ai sensi della legge 381, per creare percorsi occupazionali stabili e dignitosi;
? costituzione di un Osservatorio della fragilità sociale, che attivi studi e ricerche non accademiche, ma finalizzate a fornire strumenti di analisi e di programmazione degli interventi;
? costituzione di un tavolo permanente di lavoro Amministrazione ? Sistema Sanitario ? Terzo Settore per la promozione della Salute Mentale.

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