Cultura
Università: pochi gli studenti cinesi
In Italia ci sono solo 684 studenti cinesi contro i 60.000 della Germania
In Italia ci sono solo 684 studenti cinesi contro i 60.000 della Germania: le potenzialita’ sono enormi se si pensa che, dopo l’11 settembre, negli Stati Uniti si e’ registrato un calo del 60%. Lo ha sottolineato Francesco Profumo, rettore del Politecnico di Torino, in occasione della firma dell’accordo tra Unione Industriale di Torino e Sanpaolo Imi per sostenere le imprese in Cina. ”Il Politecnico di Torino tradurra’ il sito in cinese – ha spiegato Profumo – ma l’obiettivo e’ anche quello di riuscire a varare un numero significativo di borse di studio in favore di studenti cinesi. Ne abbiamo lanciato una, nell’ambito del Progetto Lagrange della Fondazione Crt, e le risposte sono state quindici”. Intanto, il prossimo anno accademico, il Politecnico di Torino e quello di Milano attiveranno nel settore dell’ingegneria, a Shanghai, corsi di Laurea di primo livello quadriennale, in collaborazione con l’Universita’ di Tongji: il primo anno si frequentera’ in Cina, gli altri tre in Italia. L’obiettivo e’ stimolare gli studenti cinesi a iscriversi ai corsi specialistici e ai master italiani. ”Dobbiamo lavorare a livello di sistema – ha detto ancora il rettore del Politecnico – perche’ i migliori ambasciatori bidirezionali sono quelli che hanno studiato in un Paese. Abbiamo bisogno di mediatori culturali fra Italia e Cina, servono anche alle imprese. Dobbiamo realizzare un ponte fra i due Paesi”. Il modello e’ quello gia’ seguito verso il Sudamerica: da quindici anni vengono proposte cinquanta borse di studio all’anno e le risposte sono 260.
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