Cultura
Myanmar, prorogati di 12 mesi gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi
L'attivista per la democrazia e premio Nobel per la Pace è detenuta dal 2003 dalla dispotica giunta militare dell'ex-Birmania.(di Pablo Trincia)
di Redazione
La giunta militare del Myanmar ha deciso di prorogare per altri dodici mesi gli arresti domiciliari per l?attivista e premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi.
La donna, leader del movimento di opposizione della Lega nazionale per la democrazia (Nld) e da anni impegnata nella salvaguardia dei diritti umani nel dispotico Paese asiatico, ha passato dieci degli ultimi sedici anni della sua vita in detenzione.
L?ultimo arresto della donna si era verificato nel 2003, quando il convoglio che l?accompagnava nelle regioni settentrionali per alcune conferenze era stato attaccato da alcuni sgherri appoggiati dalla giunta militare. Da allora la Suu Kyi vive reclusa nella sua casa di Yangon senza avere alcun contatto con l?esterno. Famosa in tutto il mondo per la sua ostinata lotta in favore di riforme democratiche in un Paese in mano a un regime militare dittatoriale senza scrupoli, la donna è diventata un simbolo di coraggio in tutto il mondo. Il suo nome era stato ricordato solo pochi giorni fa, al termine del summit mondiale dei premi Nobel a Roma, che si era concluso proprio con un appello alla sua scarcerazione. Immediate le reazioni di sdegno in Italia, dove Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl, ha espresso alle agenzie la ?ferma condanna per la decisione della giunta militare birmana?. Pezzotta ha inoltre attaccato l?atteggiamento del governo italiano, colpevole di aver recentemente mandato un proprio rappresentante nell?ex Birmania per riaprire ?un improbabile dialogo per la democrazia?, ignorando così la risoluzione dell?Organizzazione Mondiale del Lavoro (Ilo), che chiedeva a governi e imprese di sospendere i rapporti con la giunta.
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