Famiglia

Autismo,che fare se mancano fondi per le cure precoci

Le ultime terapie e le linee guida nel trattamento dell’autismo non sempre trovano una risposta nel servizio pubblico

di Antonietta Nembri

Sono Giancarlo, papà di Pietro: 3 anni e mezzo, affetto da disturbo generalizzato dello sviluppo, e di Lisa: 2 anni e mezzo, autistica. A marzo abbiamo presentato alla nostra Uls di Vicenza un progetto di aiuto economico per le attività di terapia di tipo cognitivo-comportamentale che stavamo eseguendo su Lisa. La Uls ci ha detto che non aveva fondi e ha rigirato il progetto alla Regione.(?) Le Linee Guida della Sinpia caldeggiano per i bimbi autistici in età prescolare un trattamento di tipo intensivo di 20-30 ore alla settimana. Purtroppo la Uls non ha specialisti nelle recenti metodologie e quindi ce li siamo trovati privatamente. Vi lasciamo immaginare i costi. Avete qualche suggerimento da darci? G. M. (email) Per poter rispondere alla lettera di Giancarlo abbiamo contattato due esperti come Carlo Hanau, docente di Economia sanitaria all?università di Bologna, e Daniela Mariani Cerati, segretaria del comitato scientifico di Angsa, l?associazione nazionale genitori di soggetti autistici. Hanau, riprendendo anche le nuove linee guida del Sinpia (sua anche una recensione pubblicata sul bollettino dell?Angsa), sottolinea come «il cambiamento dell?interpretazione della genesi dell?autismo è carico di conseguenze sulla cura: il primo dei trattamenti proposti dalle linee guida è l?Aba, analisi del comportamento applicata (Applied Behavior Analysis), il neocomportamentismo». Da parte sua Daniela Mariani Cerati ritiene che, in riferimento alla lettera del nostro lettore, «il problema del rifiuto dell?approccio comportamentale non sia primariamente economico, ma di presa di posizione e di retaggio di vecchi pregiudizi. La società spende molto per l?autismo e spende male». Del resto, viene ricordato come anche gli insegnanti d?appoggio non sono preparati ad affrontare il bambino autistico. L?Angsa, proprio per ovviare a questi problemi, a metà novembre ha realizzato un convegno internazionale dedicato all?autismo e all?educazione (www.autismoededucazione.org), mentre Angsa Emilia Romagna sta preparando un corso interattivo di due giorni per educatori che prenderà il via a dicembre nella sede del Cdh – Centro documentazione handicap, di Bologna (angsaer@yahoo.it). Appare chiaro che i fondi che l?Uls non spende ora per aiutare il bambino a imparare specifiche abilità porterà a spenderne molti di più in futuro. È il solito problema italiano. Con l?aggravante che si ha a che fare con dei bambini che spesso hanno insegnanti di sostegno che non hanno avuto una formazione specifica per affrontare l?autismo. C?è poi, come ha sottolineato in un recente articolo il professor Enrico Micheli, intervenuto al convegno sull?autismo, il rischio di «usare il diritto all?integrazione come negazione al diritto all?educazione». L?essere presenti nella stessa classe, integra, ma non è detto che aiuti il bambino. Occorre qualcosa di più.


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