Non profit

Fao: l’Italia propone la Consulta per le ong

L’Italia sosterrà la riforma della Fao che prevede un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni non governative. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Agricoltura

di Paolo Manzo

Alemanno spinge una riforma che ci piace… …L?Italia sosterrà la riforma della Fao che prevede un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni non governative. Ad annunciarlo è stato il ministro dell?Agricoltura, Gianni Alemanno con cui siamo d?accordo in toto. Anche perché il nostro governo ha annunciato che proporrà alla Fao l?istituzione di una Consulta per le ong che «potrebbe essere un importante strumento per coinvolgere e coordinare maggiormente il lavoro delle ong per un lavoro che sia sempre più contraddistinto da una minore ideologizzazione e un?effettiva operatività». Parole sante… E da un ministro c?è da stupirsi. Pier Damiani D?agata al debutto… …Dal 23 novembre è partito un appuntamento settimanale di approfondimento e confronto sul mondo della cooperazione internazionale. Il nuovo programma si chiama La rosa di Jericho e va in onda su Rai Utile ogni mercoledì dalle 14,20 alle 15. Nel corso del programma, persone, idee e fatti per aiutare lo sviluppo sostenibile, in particolare nei paesi colpiti da povertà, malattie e guerre. Per capire come vengono impiegati i soldi degli aiuti internazionali e ricordare le ?crisi dimenticate? insieme ai protagonisti che operano sul campo, dalle istituzioni alle ong. Il conduttore è, nientepopodimenoche… Pier Damiani D?Agata. Non lo conoscete? Neanche noi. Comunque auguri! nelle carceri italiane i criminali rwandesi… …Alcuni criminali di guerra del Rwanda, condannati dal Tribunale internazionale che ha sede in Tanzania, potrebbero trascorrere la loro detenzione in Italia. L?ipotesi comincia a circolare con una certa concretezza negli ambienti giuridici internazionali e potrebbe verificarsi anche prima del 2008, anno in cui il tribunale di Arusha, secondo una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell?Onu, dovrà cessare i suoi lavori. Non è escluso inoltre che anche alcune udienze del tribunale possano svolgersi nel nostro paese. Secondo le previsioni più accreditate, infatti, il tribunale penale internazionale per il Rwanda non sarà in grado di giudicare neanche metà dei 67 imputati, dato che i processi vanno per le lunghe e che si ripete una certa difficoltà nel reperire i giudici. Ottima notizia, non fosse per il sovraffollamento carcerario nostrano…


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