Famiglia

Ebay il nuovo fundraising

Internet. Intervista esclusiva a Jim Griffith, community leader della celebre dot.com

di Riccardo Bagnato

Artista, disoccupato, soggetto a crisi depressive. Jim, oggi, è ?decano della Community? di una fra le più importanti dot.com al mondo: eBay. Gestisce i programmi di formazione interna per gli oltre 2mila dipendenti ed è autore di The Official eBay Bible, testo ufficiale su come, dove e quando comprare e vendere su eBay. L?avventura di Jim Griffith comincia nel 1995: «Compravo pezzi di computer che poi rivendevo assemblati», racconta. E aggiunge: «Stavo al computer oltre novanta ore alla settimana e nel frattempo aiutavo gli altri utenti a capire come funzionava il sistema. Poi, un bel giorno, tornando a casa dopo un ricovero in ospedale, mi sono reso conto che mi avevano tagliato luce e gas. A quel punto ho detto basta». «Quando Pierre (Pierre Omidyar, il fondatore di eBay, ndr) mi ha telefonato chiedendomi di aiutarli a gestire la community che si andava creando intorno eBay», ricorda Griffith, «è cambiata la mia vita». Vita: Da molti anni eBay offre la possibilità alle non profit di fare raccolte fondi online. Come è nata l?idea? Jim Griffith: A dire il vero c?è sempre stata. Sin dall?inizio, capitava che qualcuno mettesse in vendita qualcosa perché aveva bisogno di soldi. Si faceva un po? a turno per acquistarlo e aiutare quel venditore. Nei primi anni di vita di eBay molti erano veri e propri smanettoni, facevano parte di movimenti politici o sociali di base, e così finanziavano la propria associazione. Vita: Poi, qualcosa è cambiato. Con il successo del modello eBay, anche le raccolte fondi per non profit sono cambiate? Griffith: Sì, nel 1998 ci siamo accorti che Rosie O?Donnell, presidente e fondatrice dell?associazione For all kids, citava spesso eBay in tv. Invitava tutti a comprare oggetti di poco conto per autofinanziarsi. A quel punto ci siamo rivolti direttamente a lei. Da lì, a seguito dell?attacco alle Torri gemelle, abbiamo ampliato il nostro impegno costruendo la piattaforma Giving Works (http://pages.ebay.com/givingworks/). In questa piattaforma raccogliamo tutti gli oggetti in vendita collegati a una associazione o a una causa. In questo caso il venditore decide di donare una parte del guadagno (dal 10 al 100%, con un minimo obbligatorio di 10 dollari) a una non profit scelta tra quelle certificate. Vita: eBay non è una non profit, cosa ci guadagnate? Griffith: eBay non guadagna sulle transazioni. Il nostro scopo principale è quello di garantire al venditore tutti gli strumenti perché possa vendere al meglio. Dall?altro, che il compratore sia soddisfatto. Il nostro vantaggio oggettivo è la visibilità. Ovvio che ospitare aste di beneficenza permette a molti di visitare il nostro sito, capirne i vantaggi, affezionarsi forse, e forse anche tramutarsi essi stessi in venditori o compratori. Il fund raising con eBay è un?opportunità in più per il venditore e il compratore, e per noi rappresenta una scelta: quella di essere capitalisti responsabili. Chi lo fa in Italia Asa, da anni contro l’aids EBay, ovvero la ?baia elettronica?, prende il nome dalla ?Bay area? di San Francisco dove la società è nata e dove ha sede. Sul sito di eBay si può trovare davvero di tutto. Ci si può registrare e diventare venditori di cd musicali, così come di appartamenti, lampade o vestiti. Oppure si può fare come l?Asa, Associazione solidarietà Aids (www.asamilano.org) che invece, dal 2001, finanzia la maggior parte delle proprie attività attraverso le aste online e che attraverso questo nuovo strumento, dice il presidente Massimo Cernuschi, è riuscita a raggiungere un pubblico di giovani, altrimenti difficile da intercettare, con cui fare sensibilizzazione sui temi dell?Aids. L’abc on line per le associzioni Ma come fa un?associazione non profit a partecipare? Semplice. Per prima cosa bisogna mettersi in contatto con eBay via email: beneficenza@ebay.com. Verificare statuto, atto costitutivo ed eventuale iscrizione al registro onlus sarà compito di eBay. In seguito, l?associazione si iscriverà alla community come farebbe un qualunque venditore. Ogni transazione verrà tracciata, verificata, esclusa dalla fatturazione e verrà creata una pagina che spiega le finalità della raccolta. Tutti gli oggetti partono da un euro, nessuno escluso. Non sempre si raggiungeranno cifre mirabolanti, come è avvenuto per la tuta di Valentino Rossi, aggiudicata per 38mila euro a sostegno di una borsa di studio per la sicurezza stradale emessa dall?università di Padova), ma anche nel caso di piccole cifre il successo è garantito così come la visibilità. Strano ma vero, gli oggetti che vanno per la maggiore sono quelli che il denaro non può comperare: la cena con qualche vip, una giornata con un calciatore. Cliccare per donare: http://pages.ebay.it/charity


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