Volontariato

Troppe megalopoli nei paesi poveri

Dal 1950 al 1999 le persone che vivono nelle aree urbane sono aumentate del quadruplo

di Gabriella Meroni

Città sempre più affollate, dove la popolazione aumenta con una velocità tripla rispetto alle zone rurali, e megalopoli concentrate soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, con i maggiori problemi di inquinamento atmosferico, approvigionamento di acqua potabile, gestione di rifiuti e trasporti. E’ questo il punto di arrivo del continuo aumento della popolazione nelle città, descritto nelle statistiche pubblicate su Vital Signs. Si calcola che dal 1950 al 1999 le persone che vivono nelle aree urbane sono aumentate del quadruplo, passando a 2 miliardi 800 milioni. Ciò significa che il 47% della popolazione mondiale vive in città, contro il 29,7% di mezzo secolo fa.
Soltanto fra il 1996 e il 1999, anni delle più recenti rilevazioni condotte dagli Stati Uniti, circa 200 milioni di individui in tutto il mondo si sono trasferiti nelle città. Si prevede così che nel 2030 potrebbero vivere in città 3 abitanti della terra su 5. In Stati Uniti, Canada, Europa occidentale e Giappone la popolazione che vive nelle città ha ormai superato il 70% della popolazione nazionale. Le città più grandi del mondo non sono più, comunque, concentrate nei Paesi industrializzati. Se nel 1900 nove grandi città su dieci si trovavano in Europa e negli Stati Uniti, nel 2000 sono rimaste nella classifica solo Tokyo, New York e Los Angeles. Nella top-ten delle megalopoli sono invece entrate a far parte Città del Messico, Bombay, San Paolo, Shanghai, Lagos, Calcutta e Buenis Aires. Il tasso di urbanizzazione in queste città è pari a quello rilevato in Europa e Nord America. Nei Paesi latino-americani oggi vive in città quasi il 74% della popolazione e si prevede che entro il 2030 vivrà nelle aree urbane dei Paesi in via di sviluppo circa il 90% dei 2,7 miliardi di persone che dovrebbero aggiungersi alla popolazione mondiale entro quella data.
Il più esplosivo incremento della popolazione urbana è però previsto in Africa e Asia, dove oggi solo il 30-35% della popolazione vive in città.
Tra le emergenze ambientali che si annunciano, la disponibilità di acqua potabile è al primo posto, se si considera che attualmente manca l’acqua potabile ad almeno 220 milioni di abitanti delle città nei Paesi in via di sviluppo e che oltre un miliardo respira aria fortemente inquinata.

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