Economia
Legacoopsociali: Gesco, misure urgenti per fronteggiare crisi sociale
La Regione Campania spende meno dell1% per le politiche sociali. La cooperazione pronta a una mobilitazione generale
Raddoppiare i fondi regionali destinati alle politiche sociali in Campania, prevedere un maggior investimento delle risorse strutturali a sostegno del sistema di protezione sociale e rendere il disegno di legge sulla dignità sociale la legge quadro regionale sul welfare. Sono queste le proposte del consorzio di cooperative sociali Gesco all?indomani del ?Quarto incontro sul welfare regionale ? Sviluppo sociale e sviluppo economico?, durante il quale il consorzio ha denunciato il grave stato in cui versa l?intero sistema di protezione sociale nella nostra regione.
La Regione Campania, secondo il dossier curato dal consorzio, spende meno dell?1% per le politiche sociali. Per il presidente di Gesco Sergio D?Angelo, il Disegno di legge di Bilancio approvato dalla Giunta Regionale della Campania, in discussione in queste settimane, ?presenta una notevole sproporzione tra la quota individuata per le politiche sanitarie, pari a circa il 60% delle spesa totale, e quella per le politiche sociali, inferiore all?1%. Ciò rappresenta un elemento di preoccupazione, anche alla luce della riconversione dei servizi sanitari in servizi socio-sanitari, senza che vi sia stato un adeguato riequilibrio delle risorse economiche tra sanitario e sociale?. Inadeguato anche l?impiego dei fondi europei: secondo il dossier di Gesco, nel primo ciclo di programmazione dei fondi strutturali il livello di spesa impegnato dalla Regione Campania riconducibile in qualche modo al sociale è stato meno del 4% del totale delle risorse ?ed abbiamo motivo di temere che la spesa effettiva possa essere anche minore?, dice D?Angelo. ?Il rapporto preparatorio per l?elaborazione del documento strategico regionale, preliminare per la politica di coesione 2007-2013, nonostante costituisca un salto in avanti rispetto alla precedente impostazione, è ancora inadeguato per le poche parti riservate alle politiche sociali?.
Risorse e politiche, dunque, insufficienti per far fronte a una situazione drammatica di povertà, disoccupazione, carenza di adeguati servizi socio-assistenziali.
In Campania il 7,34% delle famiglie campane è povero: ben 146.654 famiglie su 1.998.852 famiglie residenti dichiarano infatti di guadagnare meno di 5mila euro all?anno. Anche la mancanza di una casa è un significativo indice di povertà: circa centomila famiglie in Campania non possono permettersi nemmeno l?affitto. Il capoluogo campano è la seconda città in Italia (dopo Firenze) per incremento più alto dei prezzi degli alloggi (+19,6% negli ultimi quattro anni), e la seconda, dopo Venezia, per l?aumento più consistente dei fitti (+105%).
È evidente che siamo di fronte ad una grave crisi occupazionale e al progressivo impoverimento delle famiglie: non una tendenza dell?ultima ora ma un fenomeno duraturo.
?Non aver considerato il nesso inscindibile tra politiche di sviluppo e politiche sociali ? afferma Sergio D?Angelo – è stato un errore degli anni passati che non ci si può più consentire per il futuro. Occorrerebbe almeno raddoppiare la somma destinata alla spesa sociale per consentire un adeguato sviluppo del sistema di protezione sociale in Campania?.
Il consorzio Gesco si dichiara pronto a promuovere una mobilitazione regionale insieme ad altre realtà sociali che proprio in questi giorni stanno denunciando una grave situazione di crisi di tutto il settore, che mette a rischio non solo servizi essenziali per decine di migliaia di persone ma anche il lavoro di oltre 20mila operatori sociali. Malgrado le tante azioni e denunce di questi anni, infatti, lo stato delle regole che presiedono il settore dei servizi alle persone è ancora caratterizzato dal ricorso a gare ispirate all?obiettivo del solo risparmio economico. Le difficoltà di bilancio dei Comuni apportate dai tagli prodotti sulla finanza locale sta determinando una tendenza a ?scaricare? sul sistema delle imprese sociali la riduzione delle risorse attraverso soprattutto la indiscriminata compressione dei costi e delle condizioni del lavoro e un aggravamento della situazione dei ritardi nei pagamenti. Con il duplice risultato dell? abbassamento della qualità dei servizi per i cittadini e del peggioramento delle condizioni professionali e retributive delle persone che vi lavorano, comportando precarietà e incertezza sia sulla programmazione dei servizi che sulle condizioni del mercato del lavoro del settore.
È necessario, in conclusione, per il rilancio dello sviluppo economico e sociale della regione, che si provveda al raddoppio dei fondi destinati alla spesa sociale, che ci sia un più cospicuo investimento nelle politiche sociali delle risorse dei fondi strutturali europei e che la legge sulla dignità sociale, che nelle prossime settimane si discuterà al Consiglio Regionale, affronti adeguatamente il tema delle regole e diventi legge quadro sulle politiche sociali: deve promuovere cittadinanza ma anche riconoscere e dare dignità al lavoro sociale, definendo i requisiti per la qualità dei servizi e le garanzie per le migliaia di operatori sociali che lavorano in Campania.
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