Welfare

Edp per nuove imprese sociali

Il progetto 'Edp' (Entrepreneurship for disadvantaged people), è stato presentato oggi, a Roma

di Carmen Morrone

Creare e promuovere la formazione di imprese sociali e favorire l’inserimento lavorativo dei soggetti socialmente svantaggiati. Sono questi i due assi portanti del progetto ‘Edp’ (Entrepreneurship for disadvantaged people), presentato oggi, a Roma, presso la sede del Cnel, durante il seminario ‘Svantaggio e creazione d’impresa in Europa’. Un progetto che mira a sviluppare una metodologia in grado di fornire strumenti e strategie di politica attiva del lavoro, dedicando particolare attenzione alle opportunita’ di inclusione occupazionale dei soggetti svantaggiati attraverso il sostegno all’imprenditorialita’. L’obiettivo e’ quello di favorire un allargamento e un conseguente ripensamento del welfare, in grado di garantire a tutti un accesso alla pari, e in cui sia sovrano il concetto di ‘inclusione’, senza il quale non e’ possibile competere a livello internazionale. L’incontro di oggi, suddiviso in due momenti, ha visto nella prima parte la partecipazione dei due partner internazionali del progetto, il tedesco Gunther Lorenz della ‘Technet’ e il portoghese Carlos Arau’jo della ‘Previum’. Tra i membri italiani: Lucio Babolin (presidente del ‘Cnca’), Cosmo Colonna (Cenasca-Cisl) e Romano Benini (Impresasensibile Cna). Alla tavola rotonda ‘Svantaggio e creazione d’impresa’, seguita al seminario, hanno preso la parola Arsenio Carosi, presidente del Cenasca-Cisl, Gigi Bonfanti, segretario confederale della Cisl, Edo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo settore e consigliere del Cnel, e Geraldine Libreau, coordinatrice Pari opportunita’ nei programmi di ‘Lifelong learning’ della Commissione europea. La finalita’ del progetto ‘Edp’, cofinanziato dal programma europeo ‘Leonardo da Vinci 2000-2006′, e’ quella dunque di contribuire al miglioramento dei dispositivi di orientamento e formazione per accrescere la competitivita’ e l’imprenditorialita’ nella prospettiva di nuove possibilita’ di occupazione per le fasce piu’ deboli. Tre i principali gruppi di destinatari dell’intervento. Innanzitutto, i responsabili delle politiche attive del lavoro, a livello comunitario, nazionale e locale, che grazie al progetto dispongono di indicazioni, approcci e strumenti utili per la programmazione, gestione e valutazione degli interventi di inclusione occupazionale di soggetti svantaggiati. Ma anche gli operatori e i consulenti di organismi impegnati nel settore delle politiche attive del lavoro e della promozione di impresa, che possono cosi’ implementare la propria attivita’ lavorativa con un sistema in grado di sostenere l’imprenditorialita’ dei soggetti vulnerabili. Infine, come terzo destinatario del progetto, ci sono le categorie dei soggetti svantaggiati, nelle quali non rientrano piu’ solamente le carenze individuali, ma sempre piu’ quelle sociali che includono anche gli immigrati e le persone con un basso livello di scolarizzazione. Dai temi analizzati sono emerse tre differenze fondamentali per quanto riguarda il concetto di creazione di impresa sociale e il lavoro autonomo. Se in Germania questo settore e’ visto come una forma di sostegno della famiglia e del suo ambiente sociale, e in Portogallo come una scelta motivata dalla difficolta’ di trovare un impiego da dipendente, in Italia esiste invece una forma di pregiudizio nei confronti degli aspiranti imprenditori appartenenti alle categorie svantaggiate. Dall’analisi del contesto italiano, e’ possibile affermare che alle fasce deboli e’ attribuito un ruolo residuale quali beneficiari ‘assistiti’ della creazione d’impresa. Necessario, per il futuro dell’impresa sociale, e’ dunque un inquadramento normativo a supporto di una definizione delle competenze specifiche del management, di un reperimento delle risorse finanziarie e di un innalzamento della competitivita’.


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