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Israele: in tre si contendono leadership Likud

Dopo le dimissioni di Sharon i candidati sono Nethanyahu, il Ministro delle Difesa Mofaz e quello degli esteri Shalom.

di Chiara Brusini

Tre pesi massimi della politica israeliana si contenderanno la leadership del Likud, rimasta vacante dopo l’annuncio dell’uscita di Ariel Sharon dal partito che lui stesso aveva fondato tre decenni fa. I tre probabili candidati sono l’ex premier Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Shaul Mofaz e il ministro degli Esteri Silvan Shalom. Le primarie del Likud, che decideranno leadership interna e conseguente candidatura alla carica di primo ministro, si terranno il 19 dicembre. Netanyahu, il piu’ acerrimo nemico dell’attuale primo ministro, ha lanciato oggi un attacco sprezzante contro Sharon, definendolo un ”dittatore” e un ”corrotto”. ”Sharon e’ un dittatore che sta portando (il paese) alla tirrania, alla corruzione e che sta compromettendo la sicurezza”, ha dichiarato Netanyahu alla radio militare israeliana. Shalom, che insieme a Netanyahu e’ un esponente della destra interna del partito, annuncera’ formalmente la sua candidatura in una conferenza stampa che si terra’ nella tarda giornata di oggi a Tel Aviv. Mofaz ha dichiarato ieri che correra’ per la leadership del partito, smentendo le voci che lo volevano insieme a Sharon nel nuovo partito centrista. ”Penso che il Likud ora abbia bisogno di un leader che abbia una combinazione di esperienza nella sicurezza, capacita’ di governo, e (esperienza nei) temi sociali”, ha dichiarato Mofaz. Altri candidati potrebbero partecipare alle primarie del Likud, ma senza alcuna realistica prospettiva di vittoria. Un sondaggio, pubblicato oggi dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, rivela che Netanyahu gode del maggior appoggio tra i membri del Likud, il 23%, seguito da Mofaz, che ottiene il 19% delle intenzioni di voto, e per ultimo Shalom, fermo all’11%. Tra i semplici simpatizzanti del Likud Netanyahu ha il favore del 51% del suo elettorato, mentre Mofaz e Shalom godono entrambi dell’appoggio dei un 15% dei sostenitori.


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