Famiglia
Vertice a Roma per un piano sul rischio tsunami
I rappresentanti di 60 Paesi rivieraschi hanno discusso su sistemi di sorveglianza e mitigazione degli effetti delle catastrofi.
A un anno dallo tsunami che il 26 dicembre scorso provoco’ una catastrofe umanitaria e ambientale, sessanta governi si uniscono per un piano di prevenzione e di sistemi di mitigazione degli effetti degli Tsunami nel Nord Atlantico, nel Mediterraneo e nei mari collegati. Il vertice, organizzato nell’ambito delle Giornate per la cooperazione, si chiudera’ oggi con il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli.
Il gruppo di lavoro, promosso dalla Commissione Intergovernativa per gli Oceani dell’Unesco e cofinanziato dalla Cooperazione Italiana del ministero per gli Affari esteri e’ composto dai rappresentanti di oltre sessanta paesi rivieraschi dei mari interessati, e dalle organizzazioni internazionali. A Roma si discute dei sistemi di sorveglianza che possono fornire gli strumenti per intervenire in tempo nella salvaguardia della vita umana e degli ecosistemi costieri in caso di Tsunami.
Ma e’ in gioco, anche, l’importanza del ruolo della protezione della biodiversita’ costiera, possibile elemento di prevenzione del rischio Tsunami, grazie alle funzioni di naturale difesa che molti ecosistemi costieri hanno, come si e’ potuto osservare per le foreste di Mangrovie nel sud est asiatico e per gli ecosistemi dunali costieri nel Mediterraneo.
Da parte delle nazioni e delle agenzie coinvolte c’e’ la consapevolezza della gravita’ del rischio connesso ai maremoti e, in particolare, del fatto che anche il Mediterraneo sia un’area ad alto rischio, a causa della costante e diffusa attivita’ vulcanica e sismica nell’area. L’Italia stessa ha subito, nel 1908, uno dei piu’ gravi eventi mai registrati nella storia dei maremoti: un’onda anomala, generata da un forte maremoto si abbatte’ sulle coste dello stretto di Messina e causo’ la morte di circa 85.000 persone.
Il ministero dell’ambiente ha finanziato, in cooperazione con la Thailandia, un progetto per il monitoraggio e la prevenzione di queste catastrofi. Il progetto e’ stato presentato a Montecatini nel giugno 2005, nel corso del Primo gruppo di lavoro sulle aree protette della convenzione sulla diversita’ biologica.
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