Welfare
Dottore, sono stanco…
Scoperta in Italia solo nel 91, e ancora poco considerata, questa patologia può portare allincapacità di compiere i movimenti più banali. Le sue cause sono ancora oscure.
di Alma Grandin
È stata scoperta in Italia circa sei anni fa, e da allora ha continuato a mietere vittime. Nonostante questi malati vengano derisi dalle commissioni sanitarie per l?accertamento dell?invalidità civile, la Sindrome da fatica cronica (Cfs) colpirebbe oggi (in forma più o meno forte) più di centomila italiani e causa, come dice la parola stessa, una senso di stanchezza generalizzata, che porta all?incapacità di fare qualsiasi movimento anche quello più banale del mangiare o del vestirsi. Ma oggi nuovi studi dagli Usa e dall?Australia aiutano a orientarsi meglio.
Una malattia descritta per la prima volta, in Italia, nel 1991 dal professor Umberto Tirelli, allora direttore del Centro di riferimento oncologico di Aviano, in provincia di Pordenone, che aveva ricoverato nel suo reparto alcune giovani donne, che si sentivano perennemente stanche e incapaci di svolgere qualsiasi tipo di mansione, soprattutto quella di badare a se stesse. Dopo mesi di osservazione e di analisi di laboratorio, si arrivò alla conclusione che la malattia getta le sue ?vittime? in uno stato di profonda spossatezza fisica e psicologica, e soprattutto causa per lunghi mesi un notevole abbassamento delle difese immunitarie.
Rimangono ancora oscure le cause della malattia, e si pensa che possano concorrere più fattori scatenanti, come un?infezione virale o un?intossicazione alimentare, che inducono una reazione anomala nel sistema immunitario. È forse per questo motivo che attorno alla Sindrome da fatica cronica continua ad aleggiare un?atmosfera di scetticismo scientifico nonostante gli studi epidemiologici ancora in corso. È comunque fuori dubbio che la malattia esiste e che colpisce indifferentemente i due sessi nel pieno dell?età produttiva (tra i 35 e i 40 anni), mentre sembra essere assente oltre i 65-70 anni.
E intanto arriva, in questi giorni, la pubblicazione realizzata dall?Istituto nazionale della salute statunitense (Nih), che rivela le caratteristiche principali e le manifestazioni della Sindrome da fatica cronica. Questa pubblicazione è estremamente importante perché aiuta i medici di base a identificare questo tipo di malattia altamente debilitante caratterizzata da astenia, cioè da un senso di debolezza diffusa e mancanza di interesse verso tutto e tutti.
«La Sindrome da fatica cronica», spiega il professor Umberto Tirelli, «è caratterizzata dalla presenza di stanchezza persistente per almeno sei mesi, che non è alleviata dal riposo, e che peggiora con i piccoli sforzi, provocando una sostanziale riduzione dei livelli precedenti delle attività lavorative e sociali. In qualche caso i trattamenti sintomatici producono risultati apprezzabili», continua il professore, «mentre in altre occasioni i pazienti guariscono spontaneamente, contribuendo ad alimentare l?alone di mistero della malattia».
Uno studio condotto all?Università Australiana di Newcastle ha rivelato un collegamento tra la fatica cronica e l?esposizione ad agenti inquinanti. Gli studiosi australiani puntano l?indice contro alcuni parassitari, come il Ddt e l?esaclorobenzene. Mentre altri ricercatori del Johns Hopkins Hospital di Baltimora individuano nella pressione bassa un possibile movente. Curando alcuni pazienti con trattamenti per rialzare la pressione, si sono avuti notevoli miglioramenti e addirittura guarigioni complete dalla fatica cronica.
La ricerca segue la pista immunitaria e, per il momento, fa riferimento a un?altra malattia, per esempio il morbillo, che causa un?iperreattività delle difese che perdura per mesi anche dopo il contagio. Anche in questo caso, però, il meccanismo resta per ora ignoto.
Genetica
Una patata ci salverà
Le patate geneticamente alterate potranno presto curare una delle più comuni infezioni intestinali provocate dal batterio ?escherichia coli?, causa di diarrea soprattutto nei Paesi più poveri. Ne sono convinti i ricercatori dell?Università del Maryland e del Boyce institute for plant research di Ithaca, nello stato di New York, che hanno ideato e realizzato le patate speciali. Un gruppo di volontari dovrà mangiare, per tre settimane, patate crude triturate e, se i risultati saranno quelli sperati, gli esperti prevedono un utilizzo del ?vaccino commestibile? mirato in particolare ai paesi del Terzo mondo. Sono questi, infatti, i più colpiti dall?infezione, che si sviluppa in condizioni di scarsa igiene e provoca diarrea, nausea, dolori addominali fino alla morte per disidratazione. Questo metodo, affermano i ricercatori, risulterà più economico dei vaccini tradizionali e sarà sicuramente più apprezzato dell?iniezione dai bambini.
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