Welfare

Wsis: Un bilancio a freddo da chi ha partecipato

Il vertice mondiale della Società dell’Informazione (Wsis) si è chiuso a Tunisi senza grandi colpi di scena. In primo piano il grave stato dei diritti dell’uomo nel Paese tunisino

di Francesca Naboni

Si spengono i riflettori del vertice ONU sulla Società dell?Informazione senza che si siano sciolti i grandi dilemmi digitali alle sue origini: governo di Internet e lotta al divario digitale fra Nord e Sud del mondo in primo piano. Dalla kermesse internazionale esce l??Impegno di Tunisi?, un documento finale in cui, a dispetto del nome, si rintracciano pochi cambiamenti concreti: 121 punti scaturiti da una lunga negoziazione, nessuno dei quali sembra intaccare lo status quo del mondo delle comunicazioni.

Il dominio della Rete resta saldamente in mano all?agenzia statunitense ICANN ( Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), mentre l?unica concessione alle richieste di una gestione più internazionale si traduce nella creazione di un Forum internazionale di dialogo aperto a governi, società civile e privati (Forum on Internet Governance) in cui nei prossimi cinque anni si dibatterà delle regole di Internet, a partire dal primo appuntamento ad Atene nel 2006.

Snobbato anche il grande tema del divario digitale, su cui l?unico punto di accordo si è registrato in linea di principio sull?opportunità offertà dalle nuove tecnologie delle comunicazioni, rimandando ogni possibile risposta concreta agli Obiettivi del Millenio. L?esame di coscienza collettivo della società dell?informazione, insomma, non sembra aver dato buoni frutti. Del resto, è parsa immediatamente chiara la scarsa attenzione dei Paesi più ricchi al vertice, per lo più disertato dai capi di stato occidentali a dispetto delle presenze eccellenti dei presidenti dei Paesi ?digitalmente emergenti?.

?Il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto a seconda di come lo si guarda?, interpreta da Tunisi Francesco Diasio dell?agenzia radiofonica indipendente Amisnet e delegato europeo dell?Associazione mondiale delle radio comunitarie. ?Il risultato è ambiguo. Le istanze della società civile per quanto concerne la gestione di Internet, per esempio, sono state raccolte nella promozione di un dibattito sulla Rete aperto a tutti. Bisognerà però valutare se questa opportunità si tradurrà in una concreta leva di azione o semplicemente in chiacchiere?.

L?unico punto certo a Tunisi riguarda la lotta per i diritti di espressione e di informazione, messi a dura prova dalle censure e intimidazioni susseguitesi anche nel corso del vertice stesso. Una per tutte, la censura televisiva dell?intervento in diretta del presidente della Confederazione Elvetica in seguito a un suo appello per una maggiore libertà di espressione e d?opinione da garantire off line, prima ancora che on line.

?Un efficace risultato è stato raggiunto puntando i riflettori sui sopprusi e le violazioni dei diritti umani della dittatura di Ben Ali?, spiega Diasio, alludendo al grande sostegno alla lotta della dissidenza tunisina manifestato dalla società civile internazionale. ?Il vertice si chiude e le delegazioni abbandonano il Paese: cosa accadrà adesso? Molto dipende anche da noi ? precisa – e dai parlamentari europei che si sono impegnati a promuovere un rapporto sullo stato delle libertà e dei diritti umani in Tunisia e una mozione d?urgenza. Tutto sta, anche qui, nel valutare se queste buone premesse si tradurranno in azioni concrete o resteranno lettera morta?.

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