Cultura
Svizzera: nuove regole per l’export bellico
DDPS cambia prassi esportazione armi
di Giulio Leben
Il Dipartimento federale della difesa (DDPS) intende modificare completamente la prassi attuale riguardante l’esportazione di materiale bellico in disuso: blindati, aerei e cannoni che l’esercito non considera più necessari saranno rivenduti o riconsegnati al paese d’origine, e se ciò non dovesse essere possibile saranno rottamati in Svizzera. Di conseguenza il dipartimento di Samuel Schmid ha deciso di rinunciare alla prevista vendita di 93 carri armati Leopard II al Cile: la cessione avrebbe comportato oneri eccessivi a livello di risorse umane.
“L’analisi del rapporto costi/benefici ha indotto il DDPS a decidere di ritirare l’offerta presentata in aprile, scrive il dipartimento in un comunicato odierno che fa seguito a rivelazioni della “SonntagsZeitung”. Oltre a cedere i panzer la Svizzera avrebbe dovuto fornire prestazioni di manutenzione e d’istruzione sull’arco di più anni, con conseguenti “notevoli oneri supplementari” in materia di personale.
La decisione – precisa il DDPS – concerne unicamente i progetti d’esportazione di materiale in disuso e non ha alcun influsso sulle vendite di armi eseguite da privati. Non sono toccati nemmeno gli affari già stipulati.
Il portavoce del DDPS Philippe Zahno non ha voluto dire se il cambiamento di strategia del dipartimento significhi la rinuncia alla vendita di 736 blindati di trasporto truppe M113 al Pakistan.
Le prime reazioni
Accettare il cambiamento di prassi sull’esportazione di materiale bellico in disuso proposto oggi dal Dipartimento federale della difesa (DDPS) significherebbe in ultima analisi permettere che blindati svizzeri finiscano in Iraq. È l’allarme lanciato dal Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE), secondo cui il governo mira ad evitare le critiche rendendo meno trasparenti le vendite di armi.
Soltanto a prima vista il DDPS sembra tenere conto dell’opposizione sollevata negli ultimi mesi dai tentativi di cedere i carri di trasporto truppe M113 agli Emirati Arabi Uniti (che li voleva passare poi all’Iraq) e al Pakistan, scrive il GSsE in un comunicato odierno. In realtà se i blindati venissero esportati verso gli USA (paese d’origine) sarebbero poi sicuramente impiegati nella “guerra contro il terrorismo” lanciata dal governo americano.
Per il GSsE il nuovo orientamento del DDPS è un ulteriore attentato alla trasparenza. Alla fine di agosto il Consiglio federale aveva deciso di non rendere più pubbliche le notizie di negoziati preliminari per la vendita di armamenti, ora il governo vuole far sì che non sia più possibile criticare le esportazioni di zone di crisi: le cessioni andrebbero infatti effettuate verso paesi di smistamento come gli Usa.
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