Welfare

Tunisia: Amnesty, la repressione trasforma Summit in farsa

Il pugno di ferro del governo sui difensori dei diritti umani e l'intolleranza verso gli oppositori interni rischiano di trasformare in farsa il Summit mondiale di Tunisi.

di Chiara Brusini

Amnesty International ha dichiarato oggi che il pugno di ferro del governo tunisino sui difensori dei diritti umani e la sua intolleranza verso gli oppositori interni rischiano di trasformare in farsa il Summit mondiale sulla societ’ dell’informazione che si apre oggi a Tunisi.

Mentre numerosi delegati da molti paesi convergono a Tunisi, il governo’del Presidente Zine El-Abidine Ben Ali non da’ segnali di distensione e non permette ai tunisini di parlare apertamente delle proprie speranze in un cambiamento politico e sociale. Al contrario, le autorita’ continuano a usare leggi repressive e pratiche illegali per soffocare il dissenso e intimidire e punire critici del governo, oppositori e difensori dei diritti umani.

La decisione di tenere il Summit in Tunisia, presa diversi anni fa, fu oggetto di controversie a causa dello scarso rispetto dei diritti umani mostrato dal governo. Amnesty International sperava, comunque, che il governo tunisino avrebbe risposto positivamente mantenendo i suoi obblighi di rispettare e proteggere i diritti umani. Ma cio’ non e’ accaduto. Al contrario, come l’organizzazione ha denunciato in un rapporto del 14 novembre, in questi mesi il governo ha stretto ancora di piu’ la morsa sui suoi oppositori, ricorrendo ad arresti, censure, campagne diffamatorie attraverso gli organi d’informazione statali e aggressioni alla luce del giorno.

Venerdi’ 11 novembre, col Summit alle porte, con modalita’ che ricordano analoghi attacchi compiuti in passato dalle forze di sicurezza, un giornalista francese e’ stato aggredito fuori dal suo albergo a Tunisi. Quel giorno il quotidiano Libération aveva pubblicato un suo articolo critico verso la politica tunisina sui diritti umani.

Martedi’ 14 novembre, l’avvocata e attivista per i diritti umani Radhia Nasraoui e due giornalisti stranieri che erano con lei sono stati aggrediti e malmenati da agenti  della sicurezza in borghese. Questo episodio fa temere per l’incolumita’ dei difensori dei diritti umani e per coloro che esprimono solidarieta’ nei loro confronti.

Alla luce di questi sviluppi, Amnesty International si e’ appellata al Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, che partecipera’ all’apertura del Summit, affinché eserciti al massimo la sua influenza sul governo tunisino per garantire l’incolumita’ dei difensori dei diritti umani e dei delegati internazionali che partecipano al Summit. Amnesty International ha anche chiesto al presidente tunisino Ben Ali di dare un segnale positivo all’apertura del Summit, ordinando l’immediato e incondizionato rilascio di tutti i prigionieri di coscienza e prendendo altre misure per assicurare che tutti i cittadini tunisini possano essere liberi di “creare, accedere, utilizzare e scambiare informazioni e conoscenza” come richiesto  dalla Dichiarazione di Principi adottata nella precedente sessione del Summit.

Il rapporto di Amnesty International sulle violazioni dei diritti umani in Tunisia alla vigilia del Summit mondiale sulla societa’ dell’informazione e’ disponibile all’indirizzo:
in italiano

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.