Non profit

Osservatorio Terza.com lancia appello su diritto alla comunicazione

L’Osservatorio sulla comunicazione sociale e l’editoria del Terzo settore ha presentato “Diritto alla comunicazione e alla conoscenza: beni pubblici per innovare il welfare”

di Chiara Brusini

Terza.com, l?Osservatorio sulla comunicazione sociale e l?editoria del Terzo settore creato dal Forum permanente del Terzo settore e dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell?Università di Roma ?La Sapienza?, ha lanciato un documento/appello su ?Diritto alla comunicazione e alla conoscenza: beni pubblici per innovare il welfare?. ?E? un passaggio importante ? afferma Edoardo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo Settore – seppur non conclusivo, di quel percorso sul terreno del pluralismo, dell’accesso e della libertà di espressione e di comunicazione che abbiamo avviato da tempo, partendo dal tema della “comunicazione sociale?. Ecco la Bozza per un documento dell?Osservatorio Terza.com Nella società dell?informazione e della conoscenza, la partecipazione sociale, la creazione di ben-essere ed il pieno godimento dei diritti di cittadinanza dipendono sempre più dai processi comunicativi. È per questo che, nell?ambito di un progetto di innovazione del welfare socio-culturale, un posto particolare spetta alla libertà di informare e di essere informati di tutti i cittadini, al diritto di esprimersi liberamente, al diritto di accesso al sistema dei media, al diritto ad essere connessi alla rete in maniera interattiva, al diritto di usufruire della ?risorsa comunicazione? in tutte le possibili forme. La ?risorsa comunicazione?, come la sfera dell?informazione e dei saperi, costituisce infatti un bene comune, il nuovo spazio pubblico della società del nuovo millennio che il mondo delle istituzioni e della politica ha il dovere di sostenere e ampliare attraverso: – la garanzia dei diritti a comunicare ed informare oltre a quelli di accesso all?informazione, sviluppando una cittadinanza attiva della comunicazione; – una sussidiarietà ampliata alla produzione e diffusione dell?informazione e della comunicazione; – un’attiva opera di stimolo delle reti informali e comunità attraverso la creazione e il sostentamento di luoghi diffusivi di conversazione e scambio, aperti ai nuovi soggetti comunicativi Per fare questo riteniamo si debba operare attraverso cinque leve strategiche: 1. Un sistema multimediale pluralistico, aperto e sociale La struttura del sistema non solo deve garantire il pluralismo e l?assenza di posizioni di monopolio, ma la presenza di una serie di canali di accesso pubblico e di utilità, e di emittenti comunitarie, di servizio e non profit. L?assegnazione delle frequenze e l?allocazione delle risorse deve garantire la presenza di queste emittenti sia a livello nazionale, sia locale. Alle emittenti pubbliche e private devono essere garantiti pluralismo sociale e opportunità di accesso, attraverso un sistema di ?contratti di servizio? e relativo ?bilancio sociale? con i concessionari delle frequenze. 2. Un servizio pubblico radiotelevisivo indipendente e di qualità Il nuovo welfare della comunicazione e della cittadinanza si basa su un?idea imprescindibile di servizio pubblico radiotelevisivo. Siamo contrari all?idea di privatizzare la Rai per ?fare cassa?. Pensiamo che la Rai svolga una funzione fondante per la costruzione dell?identità nazionale e per l?affermazione dei suoi valori di democrazia e di partecipazione. La televisione tradizionalmente chiamata ?di servizio? dovrebbe puntare a munire i cittadini di strumenti per l?accreditamento sociale, condizione fondamentale per garantire la partecipazione alla crescita della qualità della vita del Paese. Questa è, in estrema sintesi, la ?responsabilità sociale d?impresa? che chiediamo alla Rai. E? necessario che il sistema pubblico garantisca una pluralità di voci al suo interno, rafforzi i tavoli di confronto con la società civile organizzata, riconosca spazi autonomi di palinsesto nei quali sia possibile raccontare la società italiana in tutti i suoi aspetti, E? necessario valorizzare (attraverso metri di giudizio indipendenti) le competenze interne che rappresentano anch?esse una risorsa pubblica e in quanto tali devono passare anche attraverso attente verifiche dei costi: dirigenti, giornalisti, autori, registi, organizzatori. Contemporaneamente, i contenuti dovranno essere sempre proiettati in avanti rispetto all?orizzonte culturale dei pubblici, perché solo perseguendo questo obiettivo la comunicazione può riuscire a catalizzare l?attenzione e a fornire l?immagine e le dimensioni del cambiamento. Il servizio pubblico deve svolgere un?analisi critica e consapevole dei dati di ascolto, offrendo a tutti opportunità di critica ed opinione. Non è ammissibile un servizio opinioni nuovamente a pagamento: non esiste sistema televisivo moderno che prescinda da una lettura intelligente dei bisogni del pubblico. 3. Accesso e diritti di comunicazione di Rete Il nuovo welfare della comunicazione e della cittadinanza non può non fondarsi sulla possibilità e capacità di accesso agli strumenti della comunicazione digitale, telematica e mediata dal computer. Accesso che non si esaurisce nella possibilità di connessione a internet anche attraverso luoghi pubblici, ma attraverso la diffusione della banda larga e delle nuove tecnologie wireless, grazie a garanzie di trasparenza nella governance della Rete, possibilità di offerta informativa, condivisione e scambio da parte di tutti i soggetti sociali. 4. L?editoria non profit e del terzo settore L?editoria del terzo settore ? che è parte dell?editoria non profit e ne condivide gran parte degli obiettivi e delle problematiche ? svolge un ruolo insostituibile per la democrazia e il pluralismo dell?informazione nel nostro Paese: un mondo composito e vario al proprio interno che comprende circa 6.000 testate e raggiunge costantemente un pubblico di oltre 11 milioni di cittadini-attivisti della solidarietà. E? essenziale sostenerne il valore sociale e la dignità in quanto ?prodotto editoriale? sociale e specifico, attraverso politiche di sostegno per la distribuzione e postalizzazione a costi convenzionati e la destinazione di una quota riservata di pubblicità istituzionale. 5. Diffusione dei saperi e delle conoscenze La società della conoscenza trae vitalità dal patrimonio collettivo delle comunicazioni e dei saperi. Per questo un nuovo welfare della comunicazione non solo deve garantire spazi e tempi per la creazione dei saperi e la ricerca scientifica, per la formazione permanente e per la loro diffusione, ma deve garantire che questa conoscenza vada ad alimentare quello spazio comune ad esempio attraverso l?accesso ad archivi e mediateche e una legislazione del diritto d?autore che ne favorisca e difenda la diffusione invece che comprimerla e ridurla. Il percorso prosegue ora con la richiesta di sottoscrizione del documento/appello e si concluderà con un’iniziativa pubblica fissata per la mattina del 29 novembre a Roma, presso la Biblioteca del CNEL, alla quale prenderanno parte esponenti di spicco del mondo della comunicazione e dei media. Per sottoscrivere l?appello (presente nel sito www.forumterzosettore.it all’elenco delle prime adesioni) è sufficiente inviare una mail a: mailto:forum@forumterzosettore.it


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