Non profit

La Talpa, il Kenya e le polemiche

Reality show e realtà vera

di Riccardo Bonacina

Caro direttore, come sai provo molta ammirazione per chi dedica tempo ed energie a battaglie di civiltà che in qualche caso ho anche avuto la fortuna di condividere personalmente. Stavolta però mi pare che qualcuno abbia perso il senso delle proporzioni. Riassumo. Successivamente alla ormai nota ?prova dell?acqua?ne La Talpa, programma prodotto dalla società che dirigo, la rete che ci ospita, Italia1, ha ricevuto una cinquantina di mail di protesta. Perciò abbiamo (nell?ordine): richiamato gli autori a una maggiore attenzione al rispetto delle sensibilità su questo tema, inviato una lettera a ciascuno dei sottoscrittori, contattato personalmente Eugenio Melandri, presidente di una ong che in qualche modo coordinava l?iniziativa di protesta, avendo peraltro con lui una conversazione articolata, serena e chiarificatrice dell?atteggiamento della produzione nei confronti di temi tanto importanti. Per ultima Paola Perego, conduttrice del programma, ne ha parlato in una puntata de Il Grande Talk. Ci pareva, francamente, che l?argomento fosse stato sufficientemente approfondito. E invece no. Ancora con il pretesto di quei tre minuti di programma, si riparte con la contestazione. Questa con un invito, esteso a ?tutta la rete?, a partecipare ad una manifestazione, di cui anche voi avete dato notizia, contro La Talpa ai cancelli di Mediaset. E cosìla pattuglia dei cinquanta, ridotti per l?occasione a diciannove, manifestanti si aduna in quel di Cologno Monzese come se le proteste precedenti fossero rimaste assolutamente inascoltate. A questo punto debbo precisare alcuni punti. La nostra produzione è in Kenya dal mese di agosto per realizzare un programma di intrattenimento, tecnicamente un ?reality game?, un gioco. Come sai, quasi tutti i reality internazionali sono realizzati in aree di straordinaria bellezza naturale economicamente depresse: Costarica, Brasile, Messico, Sud Africa, Kenya, Argentina. Sapevamo, fin dall?inizio, di operare in un?area particolare e per questo motivo abbiamo scelto di mantenere ben separato il piano del contenuto del prodotto, che per sua natura ha caratteristiche di leggerezza e di divertimento, da quello del contesto sociale e umanitario al quale la nostra sensibilità naturalmente ci richiamava. Mescolare i due piani avrebbe prodotto, a nostro avviso, risultati non positivi, per un verso e per l?altro. Ma c?è dell?altro. Una produzione di questo tipo spesso per i Paesi ospitanti significa qualcosa di più. Quella della produzione cinetelevisiva, infatti, è un?area in pieno sviluppo e costituisce un?importante occasione di occupazione per il Kenya. Basti pensare che produzioni come la nostra possono impegnare per quattro mesi circa ottanta lavoratori locali e un indotto di quasi duecento persone. Nel mese di luglio, prima dell?inizio della lavorazione, avevamo annunciato che, conclusa la produzione, avremmo realizzato nel Paese un progetto di solidarietà. Lo confermiamo. E lo faremo, senza pubblicizzarlo o confonderlo con la comunicazione del programma. Grazie dello spazio che vorrai dare a questa comunicazione e mi auguro così che questo episodio possa finalmente esser percepito nelle reali dimensioni. Cordialmente Silvio Testi Caro Testi, conosco il tuo impegno e la tua sensibilità e, come tu chiedi, tengo separata la stima privata dal dissenso totale sul prodotto che come professionista sei stato chiamato a produrre. Apprezzo poi la considerazione verso le opinioni altrui e il confronto che cerchi.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA