Non profit
Aziende, datevi una mossa
Responsabilità sociale. Al via la fondazione del ministero
Dieci mesi per partire: per essere varata, con la legge finanziaria dello scorso anno; costituita formalmente (il 29 aprile); ottenere il riconoscimento prefettizio (a metà settembre); trovare una sede (a Milano, in via Mazzini 7); fare le prime assunzioni; nominare un direttore generale; dar vita a un comitato scientifico autorevole e mettere in campo le prime iniziative. La Fondazione per la diffusione della responsabilità sociale d?impresa, promossa da ministero del Welfare, Inail, Unioncamere e Bocconi, dopo aver ?sbrigato le pratiche? per diventare operativa, adesso è ai nastri di partenza.
Ci ha messo, tutto sommato, poco tempo. Ma le aspettative sono alte. Così come le ambizioni dello stesso ente, nato con il fine ben preciso di diventare un punto di riferimento per il paese su una materia come la csr tanto difficile da sistematizzare quanto, indispensabile, per rendere competitive le imprese.
Riuscirà nell?intento? Le premesse sono buone?
«Assolutamente buone, anzi ottime», risponde Carlo Secchi, presidente della fondazione ed ex rettore della Bocconi, veste nella quale sin dal 2002 ?posizionò? l?ateneo milanese anche su questo fronte strategico degli studi economici con iniziative ad hoc sulla csr. «Innanzitutto sul piano scientifico continuano le ricerche già iniziate in Bocconi», spiega Secchi, «per mettere a fuoco le implicazioni micro e macro della responsabilità sociale d?impresa, perché questa conviene, perché le aziende dovrebbero, su base volontaria, adottare un approccio csr oriented in quanto fattore di competitività. Dopo di che i risultati delle ricerche dovranno essere oggetto di un?attività di diffusione e formazione presso le imprese, spiegando loro i
vantaggi che ne ricaverebbero adottando best practice di csr».
Ma solo le imprese sono stakeholder della fondazione? «Se noi partiamo dalla
considerazione di fondo che la csr sia conveniente non solo per le aziende ma per tutto il sistema paese», argomenta Secchi, «allora diventa prezioso un rapporto stretto con il non profit. L?obiettivo della fondazione è diffondere la csr nelle imprese. E, in proposito, il terzo settore può rivelarsi molto utile perché, per esempio, contribuisce a creare capitale sociale oppure perché l?impresa responsabile deve trovare degli sbocchi concreti nella sua attività multistakeholder, si pensi agli asili nido, e gli enti non profit certe cose sanno farle egregiamente e possono insegnarle». Una convergenza tra profit e non profit, tuttavia, ancora sconosciuta o, comunque, ancora poco praticata su larga scala dalle imprese. «Ciò è vero solo in parte», puntualizza l?ex rettore della Bocconi, «oggi è chiaro praticamente a tutti che senza imprese non si cresce. Tuttavia le imprese per crescere devono essere competitive, obiettivo che si raggiunge intrecciando relazioni con più portatori di interesse. L?impresa troppo orientata al risultato di breve periodo e abituata a muoversi chiusa su se stessa, con poca attenzione per il contesto in cui opera, prima o poi finirà con il pagare caro questa disattenzione».
«Ne consegue», conclude Secchi, «che per migliorare in competitività devono innescare un circuito virtuoso con la società civile da cui tutti abbiano di che guadagnarci. La fondazione mira a rendere evidente a tutti questo assunto».
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