Volontariato

Cooperazione: polemiche sui tagli, Cei a fianco delle Ong

Il cardinale Ruini durante la conferenza di Assisi ha criticato i tagli ai fondi per la cooperazione e per il sostegno alle fasce più povere.

di Chiara Brusini

Continuano le polemiche sui tagli alla cooperazione internazionale previsti dalla legge Finanziaria all’esame del Parlamento ma, in queste ultime settimane, i difensori delle risorse pubbliche per l’Aiuto allo sviluppo sono stati numerosi, sia sul fronte laico sia su quello cattolico. L’ultimo, in ordine di tempo, a scendere in trincea e’ stato il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, che ha scelto la conferenza di Assisi per dire il suo ‘no’ alla falce di Giulio Tremonti che, secondo le organizzazioni non governative, ha spazzato via dai fondi per il prossimo 2006 ben 152 milioni di euro, portando gli stanziamenti a disposizione del ministero degli Esteri a 400 milioni e poi, progressivamente, a 390 milioni per il 2007 e a 380 milioni per il 2008. La Finanziaria, ha detto Ruini, “non deve comportare una compressione dei fondi per il sostegno alle fasce piu’ povere della popolazione o ulteriori decurtazioni di quelli destinati alla cooperazione internazionale”. Gli stessi toni li aveva usati, a un convegno organizzato nell’ambito delle ‘Giornate per la cooperazione presso l’Universita’ Urbaniana, monsignor Vittorio Nozza, direttore della Caritas. Con i tagli, aveva detto, “si rischia di correre dietro emotivamente alle grandi emergenze dimenticando il lavoro primario di cooperazione internazionale che va fatto nei Paesi in via di sviluppo”. Per la Caritas, come per le altre organizzazioni non governative cattoliche, deve affermarsi, invece, una visione di lungo termine nell’Aiuto allo sviluppo. “Quando si verificano le catastrofi , come ad esempio lo tsunami’, ha sottolineato Nozza, “dobbiamo fare in modo che queste non abbiano un impatto ancora piu’ pesante, perche’ il tessuto civile ed economico e gia’ depauperato. Il recupero diventa, allora, piu’ difficile”. Le “Giornate per la cooperazione” hanno offerto l’opportunita’ a molti, tra i cooperanti e gli addetti ai lavori, di far sentire la propria voce sul destino dell’Aiuto pubblico allo sviluppo. “Tutti, tranne il governo italiano, hanno capito che la cooperazione internazionale e’ una priorita”, ha accusato Sergio Marelli, presidente delle organizzazioni non governative (ong). E per ‘Sbilanciamoci’, organizzazione che riunisce numerose ong ed e’ guidata da Giulio Marcon, la politica pubblica di cooperazione italiana allo sviluppo “e’ ormai allo sbando e questa situazione porta l’Italia a venire meno ai suoi doveri internazionali”. Marelli ha anche ricordato il taglio fatto sul fondo d’emergenza: “Sono saltati 21 milioni di euro proprio mentre l’Italia si spreca in parole di solidarieta’ con il Pakistan” mentre “rimane indenne dai tagli la Protezione civile”. Diverso, naturalmente, il parere del governo, che ha insistito sulla necessita’ di nuovi meccanismi di finanziamento dell’Aiuto allo sviluppo. “L’approccio”, ha spiegato il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, “non puo’ essere solo quello solidaristico, della generosita’, che seppur assolutamente apprezzabile, e’ quello di risolvere il problema immediato. E’ necessario anche ragionare in termini di prospettiva. Di per se’ l’Aiuto pubblico allo sviluppo non e’ una liberalita’ ma in gran parte una necessita’. E quindi e’ un’investimento a lungo termine”. Secondo il governo nel 2006 la quota di percentuale italiana di Aiuto allo sviluppo sul Prodotto interno lordo aumentera’ fino allo 0,26 per cento. Il calcolo e’ quello dell’Ocse in cui sono incluse anche le cancellazioni del debito. In questo senso, il taglio ai fondi della cooperazione sarebbe compensato dall’azzeramento di 2,9 miliardi di euro del debito iracheno. “Si tratta”, ha protestato Sergio Marelli, “di un’operazione contabile puramente propagandistica” mentre Giuseppe Deodato, direttore della Cooperazione italiana, ha proposto che gli impegni finanziari per la cooperazione siano scorporati dal calcolo sulla cancellazione del debito. In trincea le ong hanno trovato anche diversi parlamentari. La richiesta di reintegrazione dei fondi della Cooperazione e’ stata fatta con un ordine del giorno firmato da esponenti di maggioranza e di opposizione della commissione Esteri del Senato. Il fronte trasversale aveva convinto Tremonti a tornare indietro su ulteriori tagli di 54 milioni di euro sui quali e’ nato un piccolo ‘giallo’: durante la discussione al Senato quella che sembrava una ulteriore decurtazione si e’ invece rivelata un errore di stampa tanto che e’ intervenuto il servizio studi del di Palazzo Madama per una versione corretta del testo che conferma, pero’, i tagli originari. Il testo arrivera’ adesso alla Camera e dalle ong giunge un appello ai parlamentari di entrambi gli schieramenti: “Fermatevi”, ha detto Marelli, “anche per il decoro internazionale dell’Italia”.


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