Formazione
Integrazione nei fatti non nei programmi
Inserimento non sempre facile per i minori stranieri
Mia figlia frequenta la quinta elementare in una scuola del quartiere Tuscolano, a Roma. Nella sua classe, da due anni, ci sono due bambini Rom che, nonostante gli sforzi degli insegnanti e dei compagni, non sembrano essersi inseriti del tutto. Premetto doverosamente che non vi è stata alcuna reazione negativa da parte di noi genitori, né alcuna forma di discriminazione da parte dei nostri ragazzi. Personalmente giudico benvenuta qualsiasi opportunità di integrazione, poiché non può non essere educativa per gli studenti. Mi chiedo, però, se la scuola, come istituzione, faccia abbastanza per diffondere questa cultura, non solo attraverso i programmi, ma soprattutto nei fatti.
Lucia Cardulli, Roma
Risponde Luigi Mariani
La sua lettera mette in evidenza una questione importante. Sull?atteggiamento non discriminatorio dei ragazzi non avevo dubbi: è la disposizione naturale, non ancora rovinata da preconcetti indotti da un?educazione miope e sbagliata. E la sua domanda, in effetti, si appunta proprio su questo: come conservare e accrescere, nella scuola, la giusta disposizione ad incontrare le altre culture. Si potrebbe rispondere un po? genericamente che si debbono investire risorse e modificare programmi. Tutto vero, ma anche scontato. Tuttavia il problema che lei solleva non è affatto scontato. L?intolleranza, purtroppo, è sempre più diffusa. Io credo che una prospettiva corretta per orientare l?azione educativa sia già nella sua domanda, quando sottolinea che la diffusione di questa cultura deve passare nei fatti più che nei programmi. È un?affermazione importante e controcorrente. Infatti, quando sorge un problema di questo tipo la frase più consueta è: bisogna inserirlo nei programmi scolastici. Ma non è raddoppiando le materie che si migliora lo studente e neppure il cittadino. La scuola ha già discipline e contenuti, modificabili ma non moltiplicabili, che sono i paradigmi della formazione umana e culturale. I messaggi educativi devono passare attraverso questi. Spetta alla scuola trasmettere una cultura ampia, aperta e di largo respiro.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.