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Una “rete” nazionale per gestire il sangue e gli emoderivati

I centri regionali saranno coordinati dall’Istituto superiore di sanità. Obiettivo, eliminare tutti gli sprechi e raggiungere l’autosufficienza

di Redazione

Definiti i compiti di coordinamento a livello nazionale delle attività dei centri regionali in materia di sangue ed emoderivati. Il decreto del ministero della Sanità è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 17/9, serie generale n. 217 L?atteso intervento del governo per definire il riassetto del settore trasfusionale, sulla base della legge 107 del 4/5/90, è finalmente arrivato. Con il decreto del ministero della Sanità del 17 luglio, n. 308 (pubblicato in Gazzetta ufficiale il 17 settembre), che regola la disciplina dei compiti di coordinamento a livello nazionale delle attività dei centri regionali in materia di sangue ed emoderivati, alcune importanti funzioni nell?area della rilevazione dei dati, del coordinamento, del controllo e della gestione delle attività legate alla concessione del sangue saranno affidate ai servizi sanitari regionali. In particolare, le regioni e le province autonome dovranno rilevare il fabbisogno annuale di sangue, ridistribuire le eccedenze nelle aree carenti del territorio o di altre regioni e monitorare la spesa farmaceutica, allo scopo di controllare i consumi di prodotti derivati dal sangue nei presidi pubblici e privati. La cessione di sangue ed emoderivati sarà affidata esclusivamente ai servizi trasfusionali pubblici attraverso i centri regionali di coordinamento e compensazione. Al ministero della Sanità spetterà il compito di adottare i provvedimenti necessari a raggiungere l?autosufficienza nazionale, mentre sarà l?Istituto superiore di sanità a svolgere le funzioni di coordinamento e controllo tecnico-scientifico sull?intero territorio. Ulivo: un registro per le unioni gay Senato: matrimonio tra omosessuali? Graziano Cioni dell?Ulivo ha presentato il 30 luglio scorso un disegno di legge (n. 2725) sulle unioni civili. Il provvedimento è stato assegnato alla commissione Giustizia, in sede referente Istituire in ogni Comune d?Italia il registro delle unioni civili per riconoscere a tutte le coppie omosessuali ed eterosessuali che convivono da almeno due anni, gli stessi diritti e doveri delle coppie sposate: oneri fiscali, diritti dei figli, assistenza sanitaria, separazione e, soprattutto, pari opportunità nel concorso all?adozione o all?affidamento di un minore. L?articolo 16 della proposta afferma che lo stato di unione civile non può essere motivo discriminante all?adozione di un bambino, riconoscendo così alle coppie omosessuali il diritto a creare un nucleo familiare. Un?iniziativa non nuova in Italia: diverse città, infatti, hanno già seguito l?esempio di Empoli, la prima ad aver istituito il registro delle unioni civili. Minori – Tv sicura: arriva la carta dei diritti Camera: un gruppo di deputati dell?Ulivo e di Rifondazione comunista ha presentato il 23 giugno una proposta di legge (n. 3907) sulla tutela dei diritti dei bambini nelle informazioni radiotelevisive. Il provvedimento non è assegnato alla commissione di merito L?87 per cento dei bambini sui 10 anni guarda la Tv tutti i giorni. Di questi, il 12,6 per cento trascorre, da solo, alcune ore davanti al video. Lo dice l?ultima indagine Istat (agosto ?96) su ?Bambini e televisione?, che ha spinto un gruppo di deputati dell?Ulivo e di Rifondazione a firmare la proposta di legge 3907, presentata il 23 giugno e non ancora assegnata in commissione, a tutela dei diritti dei bambini nell?informazione radiotelevisiva. Due i problemi principali su cui intervenire: il tempo di esposizione al teleschermo e i contenuti dei programmi. Sulla base degli indirizzi previsti dall?articolo 17 della Convenzione sui diritti del fanciullo, ratificata con la legge 176 del 27/5/91, il provvedimento intende promuovere i diritti dei minori di 14 anni nella produzione, distribuzione e utilizzo dei programmi radiotelevisivi. Attualmente, infatti, non esiste alcuna normativa, tranne i codici di autoregolamentazione, come la Carta dell?informazione e della programmazione a garanzia degli utenti del dicembre ?95. Il provvedimento introduce la ?Carta dei diritti dei minori? e un ?Codice di autoregolamentazione? che i soggetti titolari di concessioni radiotelevisive sono tenuti ad adottare. Raccomanda, inoltre, una fascia oraria di protezione dei minori e un?altra denominata «fascia oraria per i programmi specificatamente destinati ai minori». Regolamenta poi la presenza di minori nei programmi televisivi, che non deve creare danni al processo di crescita e all?assolvimento dell?obbligo scolastico. La pubblicità, infine, non dovrà abusare della fiducia del minore, né indurlo a violare le leggi o a premiare comportamenti violenti. Previsto dall?articolo 7, infine, il divieto di interrompere qualsiasi programma destinato ai piccoli con messaggi pubblicitari. All?Antitrust spetterà il compito di tutelare i diritti dei minori in materia di messaggi pubblicitari, dopo aver sentito il Collegio per la protezione, composto da psicologi e pedagogisti. Infanzia, garantiti tutela e sviluppo Camera: assegnata alla commissione Giustizia, in sede referente, la proposta di legge n. 173 presentata il 9/5/96 da alcuni deputati dell?Ulivo sulla tutela e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva I bambini sono un misuratore biologico dello sviluppo sociale. Nel corso della precedente legislatura la mozione presentata da 240 deputati di tutti i gruppi parlamentari sulle condizioni dell?infanzia nel mondo e in Italia, discussa nel febbraio ?95, aveva prodotto una risoluzione che istituiva una commissione speciale, competente in materia d?infanzia. Un gruppo di deputati dell?Ulivo ha proposto di ricostituire la stessa commissione anche in questa legislatura e ha presentato un provvedimento che detta nuove norme per la tutela e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. Un?occasione, secondo i parlamentari, per rilanciare gli impegni della Convenzione internazionale del fanciullo dell?89, a cinque anni dalla sua attuazione, con l?obiettivo di raggiungere un?autonoma e organica politica dell?infanzia, legata a quella per la famiglia. La proposta dà precise indicazioni al legislatore regionale affinché gli enti locali possano proteggere il minore in modo adeguato, sancendo che il soggetto in età evolutiva è ?soggetto di diritto? e che il suo interesse deve sempre prevalere su quello degli adulti. Indispensabile, inoltre, una profonda revisione del codice penale a tutela del minore, così come un codice deontologico di autodisciplina. Prevista l?istituzione di due osservatori, uno parlamentare di monitoraggio sui problemi dei minori e uno governativo di ricerca sulle politiche dell?infanzia. Handicap – Sordomuti contro l’usura del lavoro Senato: presentato da un gruppo di senatori del gruppo Misto un disegno di legge (n. 2700), non ancora assegnato in commissione, che prevede una serie di norme a tutela dei lavoratori sordomuti Sebbene la legge 482 del 2/4/68 abbia favorito l?inserimento nel mondo del lavoro dei sordomuti e dei disabili, non esistono norme a tutela delle conseguenze che il lavoro arreca alle loro menomazioni: l?handicap sensoriale, infatti, costringe il lavoratore disabile a ricorrere in modo logorante alla funzione della vista. Il prezzo da pagare per ottenere un buon rendimento si paga in termini di usura psicosensoriale. Il disegno di legge in questione ha lo scopo di riconoscere gli effetti della minorazione dei lavoratori sordomuti, prevedendo di estendere loro il beneficio dell?anzianità figurativa ai fini pensionistici (riconosciuto dall?art. 2 della legge 120/91). Sterilizzare anche i disabili italiani? Sterilizzazione dei disabili: l?Italia non è un?isola felice. Interrogazione n. 4-12413 presentata da Antonio Guidi di Forza Italia al ministro della Sanità Rosy Bindi Il recente caso delle migliaia di portatori di handicap sterilizzati in Francia e in altri Paesi europei deve far riflettere anche sulla realtà italiana. Occorre infatti tener conto delle situazioni a rischio, come l?alto numero di handicappati chiusi negli ospedali psichiatrici, nonostante la legge 180, e di quelli che vengono trattenuti per lunghi periodi (a volte tutta la vita) in istituti di recupero. Si considerino anche le difficoltà delle famiglie che, spaventate dall?inadeguata assistenza, temono la maturazione sessuale dei figli disabili. Antonio Guidi di Forza Italia chiede quindi al ministro Bindi che sia avviata un?indagine conoscitiva su questo fenomeno e che sia formata una commissione per studiare forme di prevenzione culturali e legislative.


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