Salute

Il Vaticano ai governi: contro l’Aids più giustizia sociale

Javier Lozano Barragan, del pontificio Consiglio per la pastorale della salute, ha anche sottoineato che contro la malattia serve una condotta sessuale ordinata

di Paola Mattei

Piu’ giustizia sociale nella lotta contro il flagello dell’Aids, da contrastare con campagne di educazione sessuale e con piu’ investimenti nella cura dei malati. Il Vaticano ha chiesto oggi con forza con un intervento di mons. Javier Lozano Barragan, presidente del pontificio Consiglio per la pastorale della salute all’Assemblea generale delle Nazioni unite, un maggior sforzo soprattutto educativo nella prevenzione della sindrome da Hiv perche’ ”non sfugge a nessuno che le liberta’ sessuali aumentano il pericolo del contagio” e contro la miseria dalla quale spesso deriva la prostituzione nei Paesi del terzo mondo. Ai governi si torna a chiedere che i medicinali siano messi a basso costo per tutti perche’ ”la sola legge del profitto non puo’ essere applicata alla lotta contro la fame, la malattia e la poverta”’. Il 25% delle strutture sanitarie che nel mondo si occupano dei 36 milioni di malati di Aids sono organismi della Chiesa cattolica, ha sottolineato Lozano Barragan, con un 12% di organismi ecclesiali e un 13% di organizzazioni non governative. La Santa Sede ribadisce che contro una malattia che si trasmette sessualmente la prevenzione piu’ efficace deve riguardare ”la formazione agli autentici valori della vita, dell’amore e del sesso”. Nella ”retta prospettiva” di questi valori si arriva ad una ”piena realizzazione personale con una maturita’ affettiva e una sessualita’ ordinata che da esclusivita’ alla coppia e la porta a seguire norme di condotte che preservano dal contagio sessuale dell’Aids” ed e’ ”in questo contesto” che si intendono i valori della ”fedelta’ coniugale” e della ”castita”’. Ma il Vaticano chiede anche ”una maggiore giustizia sociale” per combattere la miseria in cui versa gran parte dell’umanita’, soprattutto a fronte di una ”globalizzazione selvaggia” in cui l’orizzonte esclusivo e’ quello economico. Nel suo intervento mons. Lozano Barragan stila poi una serie di ”suggerimenti” affinche’ i Paesi industrializzati ”evitino ogni forma di colonialismo ed aiutino in questa campagna i Paesi che ne abbiano bisogno”, ”sradichino lo sfruttamento sessuale soprattutto con il turismo e le migrazioni” e chiedono di ”ridurre al massimo i costi anti-virali per l’Aids”. La Santa Sede chiede di appoggiare ”i piani globali mondiali per coordinare la lotta alla malattia” e ”migliorare l’istruzione scolare ed extra-scolare verso i valori della vita, dell’amore e del sesso, cosi’ come insistere sull’uguaglianza dell’uomo e della donna”. Il Vaticano raccomanda di ”invitare la societa’ civile ad una maggiore partecipazione contro l’Aids” e di ”invitare le persone di buona volonta’ ad impegnarsi in prima persona per combatterlo”, di ”intensificare le campagne per evitare la trasmissione materno infantile del male; porre speciale attenzione al trattamento dei malati e alla protezione degli orfani dell’Aids”.


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