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Kurdistan: bombe di militari turchi contro la popolazione

Due morti e decine di feriti ad Şemdinli. Il Congresso nazionale kurdo chiede la fine delle violenze.

di Chiara Brusini

Da un po? di tempo forze dello stato turco stanno compiendo in Kurdistan attacchi a dozzine, talvolta anche dinamitardi, in special modo nella provincia di Hakkari. L?ultimo episodio, avvenuto a Å?emdinli, suscita molta attenzione e preoccupazione. Si è trattato di un attacco con esplosivi avvenuto il 9 novembre, in coincidenza pertanto con la data di emissione di un Rapporto UE relativo all?evoluzione della situazione in Turchia nel quadro delle trattative per l?adesione all?UE stessa. L?attacco è anche coinciso con la data della firma di un accordo bilaterale di vendita, in base al quale la Germania s?impegna a consegnare 200 carri armati per uso bellico alla Turchia. Ben si sa che nel Rapporto UE emanato ieri non è direttamente citata la Questione Kurda; inoltre dal testo si evince che non si vuol vedere né evidenziare il clima di violenza che si sta vivendo nel Paese per effetto delle linee politiche statali.   In base alle informazioni raccolte, a Å?emdinli tre militari ? due ufficiali e un sottufficiale ? hanno scagliato all?interno della libreria Umut bombe che hanno l?effetto di produrre schegge. Dopo l?esplosione i tre intendevano allontanarsi a bordo della loro automobile, ma la popolazione locale li ha fermati e voleva linciarli. Sparando colpi in aria, la polizia è riuscita a prendere i tre militari e a condurli in un commissariato. Nell?automobile dei tre militari sono stati rinvenuti ordigni esplosivi e armi di vario tipo. Per effetto della forte esplosione Mehmet Zahir Korkmaz è morto e Metin Korkmaz è rimasto gravemente ferito; i due si trovavano all?interno della libreria. La popolazione locale si è poi radunata di fronte all?ospedale e la polizia ha sparato colpi in aria per allontanarla da lì e disperderla. In seguito la polizia ha attaccato la popolazione, che era decisa a protestare per quanto accaduto. Il sindaco è intervenuto in veste di mediatore per riportare la calma, ma è rimasto ferito assieme ad altre 11 persone. Quando ancora si faticava a superare lo choc per tali episodi, vi è stato un secondo attacco, verso le 16 e 30, contro la popolazione. Da un?automobile con targa della città di Konya sono giunti spari e si presume che a sparare sia stato un altro militare. Tale sparatoria ha provocato il ferimento di 6 persone, una delle quali è morta per le ferite riportate. La popolazione è convinte che l?attacco sia stato mosso da forze dell?ordine. Anche Esat Canan, parlamentare originario di Hakkari, ha sostenuto che il veicolo che ha effettuato l?attacco apparteneva alla polizia che opera in borghese.   Quanto al rapporto UE, sembra che in esso non si voglia vedere la linea politica violente portata avanti dallo stato turco; nemmeno vi si nomina la Questione Kurda; in esso, anzi, si additano i kurdi come responsabili degli atti violenti. Con ciò si produce il solo effetto di incoraggiare quei gruppi dell?ambito militare che operano segretamente. Stavolta, però, quei gruppi sono stati colti in flagranza di reato e pertanto il governo turco ha il dovere di svolgere inchieste approfondite sull?accaduto e di condurre al cospetto della giustizia i veri responsabili di quanto accaduto. Altrimenti anche il governo, di fronte a tale situazione, che appare come una seconda Susurluk, rischia di diventare un elemento ostacolante.     Il Congresso nazionale kurdo fa appello all?intera opinione pubblica sensibile perché si dica basta al modo violento di agire di queste forze dello Stato turco e si esorti l?Unione Europea ad adottare un atteggiamento maggiormente responsabile ed egualitario nei confronti della popolazione kurda.


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