Welfare

Quando penso alla libertà, mi viene in mente il mare

Lettere dal carcere / La libertà è un bene che davvero apprezzi di più quando la perdi...

di Ornella Favero

La libertà è un bene che davvero apprezzi di più quando la perdi. Se poi hai 15-16 anni o giù di lì, ne godi a piene mani, lotti ogni giorno per averne in quantità maggiore e neppure puoi immaginare cosa sia una vita rinchiusa. A Treviso allora, proprio a partire da questioni forti come l?idea di libertà, hanno messo di fronte, in un lungo percorso di confronto, i ragazzi delle scuole superiori e i ragazzi del carcere minorile. Ne è uscito un piccolo libro importante che si chiama Educazione alla cittadinanza, curato dal Laboratorio scuola e volontariato del Centro di servizio per il volontariato, dove questi ragazzi si raccontano a vicenda le loro idee, le loro esperienze, pezzi delle loro vite. E le testimonianze che riportiamo dimostrano inequivocabilmente che nessuno più dei giovanissimi ?ospiti? di una galera può raccontare efficacemente cos?è la libertà.

Ornella Favero (ornif@iol.it)

Libertà: io per libertà sicuramente intendo vivere fuori dal carcere con gli amici e la mia famiglia, andare in giro con la mia ragazza, o trascorrere le mie serate o nei pub o in discoteca o semplicemente passeggiare per il centro del comune dove abito. Quando penso alla libertà, dal carcere, mi viene in mente il mare. Mi piacerebbe trascorrere il tempo a guardare l?orizzonte con la mia ragazza. Quando sono qui penso ad alcuni momenti che assumono un significato particolare e che mi tengono su di morale. Quando sono fuori mi capita, alcune volte, di vivere quei momenti, ma assumono un significato diverso. Non li vivo con la stessa intensità. Un?altra immagine in cui mi perdo spesso è quella di viaggiare in macchina senza una meta precisa. Gli animali che per me rappresentano meglio la libertà sono quelli di montagna, perché possono muoversi in uno spazio enorme senza costrizioni. Il carcere ti fa capire il vero valore della libertà… la detenzione ti costringe, spesse volte, ad astrarti con i pensieri: «Il mio corpo rimane nel carcere la mia mente va…». Spesso mi capita di vagare con la mente, sono pensieri che solitamente mi fanno stare bene ma, allo stesso tempo, diventare serio… E per un tipo scherzoso come me è strano. Quando sono impegnato a ?giocare? con gli altri non penso? è quando rimango in camera disteso sul letto che i miei pensieri iniziano a vagare? Quando non mi sento libero? Forse soprattutto a fine giornata, quando alle 19.30 si chiude il blindato alle mie spalle. Un po? perché non sei libero di decidere quando entrare e uscire. Un po? perché mi ricordo che quello era l?orario in cui, quando ero libero, uscivo con i miei amici. È il momento in cui ci si ferma e si inizia a riflettere. Nel rendermi conto che le giornate vengono scandite sempre uguali? le stesse persone, le stesse cose da fare, gli stessi pensieri, gli stessi ritmi? La monotonia che non cambia di una virgola? Nei momenti in cui sono impegnato al campo, a scuola, al computer non penso a tutto questo. È quando rifletto sui giorni trascorsi e quelli che dovranno ancora trascorrere che mi viene l?angoscia e desidererei essere libero.

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