Welfare
Diritto al lavoro dei disabili, al Sud poche iniziative e risorse
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 231 del 4 ottobre 2005 è pubblicato il decreto riguardante la ripartizione tra le singole Regioni e le Province autonome dei fondi per il diritto al lavoro dei disabili
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 231 del 4 ottobre 2005 è stato pubblicato il decreto del ministero del Lavoro riguardante la ripartizione tra le singole Regioni e le Province autonome dei fondi per il diritto al lavoro dei disabili. È forse opportuno ricordare che questo fondo è stato introdotto dall?articolo 13 comma 4 della legge 68/1999 («Norme per il diritto al lavoro dei disabili»), e la ripartizione tra le Regioni e Province autonome avviene nel pieno rispetto dell?articolo 4, comma 1, del decreto interministeriale del 13 gennaio 2000 (l?«Atto di indirizzo e coordinamento in materia di collocamento obbligatorio dei disabili»).
È comunque l?articolo 5 del decreto interministeriale a stabilire i criteri da utilizzare per la ripartizione del fondo, tenendo conto delle iniziative che effettivamente sono attuate dalle singole Regioni e Province autonome sull?inserimento lavorativo dei disabili. Per l?anno 2005 sono stati previsti 60 miliardi delle vecchie lire, pari a 30.987.414 euro.
Nella disamina della tabella in cui è riportata la ripartizione dei fondi, è da evidenziare come ben quattro Regioni meridionali, ovvero Basilicata, Molise, Campania e Sicilia non hanno avuto assegnato alcun euro. Una sola Regione dell?Italia settentrionale è nella stessa condizione, ovvero la Valle d?Aosta.
Tra le Regioni assegnatarie dei fondi, la Lombardia è in cima alla classifica con 6.507.356,92 euro, seguita da Veneto (5.381.380,43 euro), Emilia Romagna (4.412.032,58 euro), Piemonte (3.389.308,31 euro), Lazio (2.316.046,50 euro) e Toscana (2.140.459,48 euro) mentre la ?cenerentola? è la Provincia autonoma di Bolzano, con 173.402,72 euro.
Giulio D?Imperio
www.gazzettaufficiale.it
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.