Famiglia
Idonei con riserva dei servizi. E ora?
La relazione degli assistenti sociali è una tappa importante nel percorso adottivo: serve al Tribunale per i minorenni nel giudizio sulle attitudini adottive della coppia
Siamo una coppia di futuri genitori adottivi. Solo ieri credevamo che la nostra avventura stesse per cominciare perché siamo stati chiamati in udienza al tribunale per l?idoneità. Prima di andare in tribunale abbiamo letto con le assistenti sociali la nostra relazione. Abbiamo constatato con stupore che la valutazione del gruppo di esperti riportava nella relazione una serie di perplessità che mio marito aveva espresso in uno dei colloqui. Quello che per lui era stato una sorta di cammino di iniziazione verso la paternità è diventato nella relazione una limitazione della nostra capacità adottiva. I giudici hanno espresso il loro parere per una idoneità senza vincoli, ma quanto peserà questa relazione nel quadro della nostra volontà di portare a termine il nostro progetto di adozione internazionale?
Susanna I. (email)
In realtà alla coppia che scrive non è accaduto nulla. E quindi non dovrebbe preoccuparsi proprio di nulla, anche perché di relazioni di psicologi la coppia ne dovrà leggere altre prima di adottare. La legge richiede che la coppia sposata debba ottenere dal Tribunale per i minorenni un decreto che ne certifichi l?idoneità. Nella prassi i tribunali delegano ai servizi sociali la redazione di una relazione psicologica sulle attitudini della coppia all?adozione e alla crescita di un bambino.
Dopo una serie di incontri con la coppia e personale con i due richiedenti (non c?è una casistica precisa in Italia: ciò dipende sia dal tipo di coppia sia dalla capacità ed esperienza del team dei servizi sociali) viene redatta una relazione che serve al giudice delegato dal tribunale (spesso un giudice onorario, che di professione è psicologo o assistente sociale) per orientare il suo incontro e, se si convince che è ben eseguita e corretta, per orientare la decisione del tribunale.
Il tribunale spesso orienta la decisione sulla base della relazione, ma ugualmente non si attiene ad essa quando i giudici, nella loro autonoma responsabilità della decisione, si convincono che essa non è completa o non è corretta. In tal caso i giudici a cui è delegata la parte istruttoria possono chiedere un approfondimento della relazione (indicando su quali punti ne ritengono necessaria una nuova) allo stesso servizio anche chiedendo la modifica dello staff che aveva redatto la prima relazione, ovvero decidere immediatamente, distanziandosi anche molto dalla relazione ricevuta (e ciò accade quando ritengono che all?incontro da loro effettuato la coppia si sia evidenziata come assolutamente diversa da quella risultante dalla relazione).
È capitato in questi anni, nella mia esperienza di avvocato, di imbattermi in coppie che, pur avendo un?ottima relazione dei servizi sociali, siano state dichiarate inidonee all?adozione dal tribunale e, viceversa, di coppie che, pur avendo una relazione dubbiosa o negativa, hanno ottenuto dal tribunale una idoneità piena e ben motivata. Di norma i servizi sociali incaricati sono formati da persone esperte che negli anni hanno maturato un?esperienza imponente (lo psicologo che li esegue nella mia città, Reggio Emilia, credo che abbia visto e analizzato in tutti questi anni di attività non meno di mille coppie di richiedenti e quindi si sia fatto una decisa esperienza, tant?è che raramente i giudici si distaccano dalle sue previsioni, e le coppie ancor più raramente si lamentano delle sue relazioni) mentre a volte può capitare che per la scarsa esperienza e per la presenza di pregiudizi, una relazione possa essere completamente ingiustificata ed errata.
Nel caso si ritenga che le persone delegate alla relazione dei servizi non siano corrette o competenti, o abbiano pesantemente fatto ricorso a pregiudizi, la coppia può inoltrare reclamo al direttore dei servizi o al tribunale chiedendo che venga assegnato un nuovo operatore. Esiste comunque la possibilità di impugnare i decreti di idoneità negativi alla Corte d?appello e richiedere un approfondimento istruttorio con altro staff.
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