Sostenibilità

Casa alla Fontana: spazio di relazioni

Presentata alla stampa l'esperienza di un "abitare" molto particolare: una residenza per studenti, famiglie e disabili che si ispira al "condominio solidale"

di Antonietta Nembri

In termini tecnici viene definita una “residente integrata territoriale”, è Casa alla Fontana, progetto innovativo nato per rispondere a diverse esigenze abitative: quella di giovani famiglie, ma anche di alcuni disabili e infine degli studenti. Problemi diversi che hanno trovato una risposta nella struttura aperta dall’estate scorsa e che viene inaugurata ufficialmente domani, venerdì 11 novembre, con un workshop. “Pensare al dopo di noi durante noi” è lo spunto che ha mosso la fondazione Idea Vita, costituita da famiglie di persone disabili, “l’obiettivo è far sì che il disabile non abbia il doppio trauma della morte dei genitori e del cambio di casa e abitudini”, spiega Alfredo Anderlani, “così incoraggiamo il disabile ad avere una vita autonoma, ma vogliamo evitare che si creino dei ghetti”. E la riposta è stata questa residenza integrata realizzata nell’ex casa parrocchiale del santuario di Santa Maria alla Fontana a MIlano. La Fondazione “I Care, ancora” è stata l’incubatrice e come fondazione di partecipazione ha dato l’impulso e curato lo start-up dell’iniziativa. Mentre la cooperativa la Cordata, come ha ricordato Claudio Bossi, che ha già esperienza in pensionati integrati, come quello della Barona (quartiere milanese), ha sostenuto la sinergia operativa dell’iniziativa. “Rendere concreta un’idea”, questo il punto di partenza dell’architetto Giovanni Del Zanna, dell’HBgroup realtà che già si occupa della residenzialità dei disabili e anziani. “Il progetto è partito nel 2001”, ha ricordato Del Zanna che ha sottolineato come nel lavoro di ristrutturazione si sia tenuto conto di tutte le necessità di accessibilità e di abbattimento delle barriere architettoniche e allo stesso tempo della necessità di creare spazi comuni qualificanti. Dall’estate scorsa alla Casa alla Fontana abitano due famiglie, otto studenti e quattro giovani disabili. Ognuna di queste realtà ha i suoi spazi “privati”, la camera o l’appartamento, ma non mancano luoghi comuni. Le famiglie fanno parte di “Comunità e famiglia”, l’associazione nata dalla comunità familiare di Villapizzone. “I veri promotori della filosofia di questa casa sono i bambini”, sottolinea Francesco Villabruna, coordinatore della Casa alla Fontana. “il nostro obiettivo è l’integrazione che permetta anche la possibilità di una vita autonoma. Al momento c’è un’equipe di mediatori, meglio di facilitatori delle relazioni”. Il progetto è costantemente monitorato anche perché si vuole che questa esperienza che ha ottenuto finanziamenti da Regione Lombardia, Provincia di Milano, Fondazione Peppino Vismara e Fondazione Cariplo, oltre a numerosi sponsor, possa essere replicata.


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