Welfare
Più obblighi per il Governo su sentenze Corte diritti dell’uomo
Una proposta di legge chiede una più sollecita attuazione delle pronunce della Corte. L'Italia è in forte ritardo rispetto al resto d'Europa.
Piu’ competenze, ma anche piu’ obblighi, per il presidente del Consiglio dinanzi alle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. E’ quanto prevede una proposta di legge (primo firmatario il deputato di Forza Italia Claudio Azzolini) approvata in sede legislativa dalla commissione Affari costituzionali della Camera per una piu’ sollecita esecuzione delle pronunce della Corte da parte dell’Italia.
Con limitate modifiche alla legge 400 del 1988 si aggiunge alle attribuzioni del presidente del Consiglio, da esercitare direttamente o conferendo una delega ad un ministro, quella di ”promuovere gli adempimenti di competenza governativa” resi necessari dalle sentenze della Corte europea nei confronti del nostro Paese.
La nuova legge, inoltre, prevede l’obbligo per il governo, di comunicare tempestivamente al Parlamento le pronunce della Corte affinche’ le commissioni parlamentari possano in tempi ridotti affrontare le questioni sollevate. L’esecutivo, poi, dovra’ presentare al Parlamento una relazione annuale sullo stato di esecuzione delle sentenze emanate dalla Corte europea.
L’Italia, osservano i parlamentari che hanno sottoscritto la proposta di legge, e’ oggetto di particolare attenzione da parte della Corte europea in sede di verifica dell’attuazione delle sentenze. Al 2004, secondo i dati piu’ recenti, circa il 70% dei 3.700 casi di sentenze definitive non eseguite pendenti di fronte al Comitato ministeriale riguardavano l’Italia. Anche perche’, rilevano i firmatari della proposta, l’attuazione delle sentenze della Corte richiede generalmente da parte del nostro Paese un tempo ”di gran lunga maggiore” rispetto ai tre anni circa che impiegano altri Paesi a dar corso alle pronunce della Corte.
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