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Brasile: corruzione, Lula, responsabile per errori del governo

In merito allo scandalo corruzione il presidente ha spiegato: "Sappia o non sappia, il presidente e' responsabile''.

di Chiara Brusini

Ha parlato della sua possibile candidatura e dei suoi alleati, soprattutto dello scandalo dei ”mensalao” che da mesi sta scuotendo la politica brasiliana. Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che appena due giorni fa ha ricevuto a Brasilia il presidente Usa George W.Bush, ha rilasciato un lunga intervista al programma ”Roda Viva” della ”Tv Cultura”. A proposito delle elezioni presidenziali del 2006, Lula ha chiarito: ”Non ho ancora deciso se cerchero’ la rielezione. Saro’ candidato solo se avro’ la certezza che il mio secondo mandato sara’ migliore del primo e se saro’ capace di formare un’alleanza che mi dara’ la maggioranza assoluta in parlamento”. Inevitabile l’accenno allo scandalo corruzione che ha investito la maggioranza di governo. Ribadendo di non essere stato a conoscenza della pratica delle mazzette agli alleati in cambio di appoggio politico messa in piedi dal suo partito dei Lavoratori, Lula ha comunque chiarito: ”Come presidente sono responsabile di tutto cio’ di buono e di cattivo che accade nel mio governo. Sappia o non sappia, il presidente e’ responsabile”. Lula ha ribadito di avere ”rispetto” per i lavori della commissione parlamentare sullo scandalo corruzione e ha detto che le indagini devono procedere con cautela ma ”andare a fondo”, soprattutto sulle supposte implicazioni nella vicenda dei mensalao del Banco do Brasil. A proposito del focolaio di afta epizootica nel Mato Grosso che sta rischiando di mettere in ginocchio il settore delle carni nel Paese, Lula ha chiarito che ”il primo focolaio e’ debellato. Se sorgeranno nuovi focolai, sara’ un altro problema”. Il presidente brasiliano ha infine negato che il Pt ricevette fondi da Cuba per la sua campagna elettorale nel 2002, come ha scritto alcune settimane fa la rivista ”Veja”. Cuba ”e’ un Paese molto povero”, ha detto Lula, e non si puo’ dunque permettere ”di prestare milioni di dollari per le campagne presidenziali di altri Paesi”.


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