Famiglia

“Italia per tutti”, il libro denuncia sul turismo accessibile

Il libro sarà presentato martedì 8 novembre, ore 11, presso la Sala Consiglio del Touring Club Italiano, corso Italia 10

di Carmen Morrone

Dal 1985 al 2005 la quota di mercato dell?Italia nel mercato mondiale del turismo è passata dal 7,6% al 5,5% in termini di flussi e dal 7,4% al 5,7% per valore. Nel suo Italia per tutti. Turismo, ambiente e cultura per rilanciare l?Italia che vale il presidente del Touring club italiano, Roberto Ruozi (con Cristina Sassoon, Egea, Milano, 2005, 190 pagine, 14 euro), cerca di spiegarsi e di spiegare perché il paese con il patrimonio artistico, culturale e naturale più ricco del mondo possa perdere terreno in questo settore, mentre i suoi concorrenti ne guadagnano, e indica la via da percorrere per invertire la tendenza.

Il libro sarà presentato martedì 8 novembre, ore 11, presso la Sala Consiglio del Touring Club Italiano, corso Italia 10

I decisori politici e gli operatori turistici italiani, secondo Ruozi, non hanno compreso appieno la trasformazione del turismo da mercato dominato dall?offerta a mercato dominato da una domanda sostanzialmente nuova, che tende a frazionare il tempo libero e diversificarne l?utilizzo, a comparare il rapporto qualità/prezzo su scala planetaria, a privilegiare caratteristiche come la tranquillità, l?ambiente, la gastronomia. I settori (come il turismo culturale) e le aree (come il Trentino-Alto Adige) che hanno saputo reagire al cambiamento sono quelli che non conoscono crisi.

Il presidente del Touring propone una gestione sinergica dei beni ambientali, artistici e culturali che, in un mercato che vede la domanda farsi sempre più sofisticata, concorrono ad attirare e a soddisfare i turisti.

La cultura è protagonista di un libro dedicato al turismo perché, se si vuole fare in modo che le reali ricchezze dell?Italia siano accessibili a tutti (e questa è l?intenzione che dà il titolo al volume), si deve prima di tutto formare una popolazione in grado di apprezzarle. La qualità dell?offerta migliorerebbe e la domanda di turismo sostenibile aumenterebbe. E, invece, Ruozi si trova costretto a denunciare ?una relativa indifferenza delle pubbliche autorità, che sembrano non credere realmente nella forza della cultura, né ai fini della crescita sociale e civile del paese né per le sue ricadute economiche? e un sostanziale disinteresse dei privati, ?che sembrano crederci ancor meno e sono scarsamente incentivati a cambiare atteggiamento?. Nel 2003, la spesa pubblica per beni artistici e culturali è stata di 3,3 miliardi di euro, contro gli 8,2 miliardi della Germania e i 7,1 miliardi della Francia.

Anche la promozione turistica in senso stretto risulta sottofinanziata: all?Enit sono andati, nel 2004, 26 milioni di euro, a fronte dei 110-115 messi a disposizione di organismi analoghi in Francia e Spagna, o ai 47 della piccola Austria.

Se nel modo in cui Ruozi affronta il tema del turismo si avverte un afflato morale, che ricorda le Prediche inutili (ma delle quali si parla ancora, a 46 anni di distanza) di Luigi Einaudi, è perché il Touring e altri organismi che si dedicano al turismo, all?arte, all?ambiente e alla cultura hanno, negli anni, già presentato proposte ragionevoli e interessanti, quasi sempre rimaste lettera morta.
?Problemi, idee e soluzioni?, è costretto a concludere Ruozi, ?non sono particolarmente complessi né da individuare, né da capire, né da adottare. Anche le questioni economiche e finanziarie potrebbero essere superate agevolmente trattandosi, in fin dei conti, di importi molto modesti. L?inequivocabile disinteresse dimostrato nel corso del tempo e specialmente negli ultimi anni deve quindi essere interpretato non come un fatto di complessità tecnica e finanziaria, quanto piuttosto come una scelta politica che relega beni ambientali e culturali e turismo nella parte bas! sa della scala delle priorità politiche?.

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