Formazione

Amnesty agli enti locali: aderite a campagna contro tortura

In un Rapporto lanciato oggi, l'organizzazione focalizza l'attenzione sulle condizione di migliaia di omosessuali torturati

di Gabriella Meroni

In occasione della Giornata mondiale delle Nazioni Unite per le vittime della tortura, la Sezione italiana di Amnesty International lancia oggi un appello agli Enti Locali affinche’ adottino un ordine del giorno a sostegno della campagna internazionale “Non sopportiamo la tortura”.
Ad ogni Regione, Provincia e Comune della penisola si richiede l’adesione alla campagna attraverso iniziative volte alla promozione di un’autentica cultura dei diritti umani.

Nell’ambito della celebrazione odierna e al culmine di una serie di incontri sul tema svoltisi in piu’ parti d’Italia, Amnesty International ha organizzato un dibattito con le testimonianze di vittime di tortura provenienti da diverse aree del mondo, che si è svolto oggi a Milano. Sebbene sia condannata dalla comunita’ internazionale come un’offesa alla dignita’ umana e proibita in ogni circostanza dal diritto internazionale, la tortura continua ad essere quotidianamente perpetrata in tutto il mondo. In particolare, “la discriminazione – basata sull’identita’ sessuale, il genere, la razza, l’etnia o ogni altro fattore – fornisce un terreno molto fertile per la persistenza e la proliferazione della tortura”, dichiara Amnesty International.

In un Rapporto lanciato oggi, l’organizzazione descrive la condizione di migliaia di persone, lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) in tutto il mondo, torturati, maltrattati, stuprati, soggetti con la forza a trattamenti medici e psichiatrici, costretti a fuggire dalla propria patria a causa della loro reale o presunta preferenza sessuale, considerata come una minaccia per l’ordine sociale. Il documento illustra esempi relativi a 30 Paesi, sebbene in oltre 70 i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso siano considerati un crimine e in alcuni casi soggetti alla pena di morte. A causa del pregiudizio che spesso colpisce omosessualita’ e transessualita’, la tortura e i maltrattamenti inferti alle persone LGBT sono circondati da una cospirazione al silenzio, nonostante siano perpetrati ovunque, dalle forze di polizia, nelle prigioni, ma anche nella comunita’. Per sradicare questo fenomeno le autorita’ devono garantire l’accurata investigazione dei casi e la consegna alla giustizia dei relativi responsabili. “Combattere la tortura basata sull’identita’ sessuale e’ parte integrante della lotta complessiva verso un mondo realmente libero dalla tortura”, aggiunge l’organizzazione che, pur avendo accolto con favore lo speciale meccanismo della Commissione ONU per i Diritti Umani volto allo scambio delle informazioni sugli abusi legati all’identita’ sessuale, dichiara come “gli organismi delle Nazioni Unite per i Diritti Umani dovrebbero prestare maggior attenzione alle questioni riguardanti le persone LGBT”.

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