Non profit

Il privato scopre la vocazione al sociale. Nella vecchia Europa è boom

Nei 15 paesi pre allargamento sono oltre 62. Sono nate quasi tutte negli ultimi 10 anni. Come si spiega un simile fenomeno?

di Redazione

Gli anni 90 hanno registrato in tutti i Paesi europei un rapido e crescente sviluppo delle fondazioni, istituzioni autonome di natura privata senza scopo di lucro che si caratterizzano per la presenza di un patrimonio permanentemente vincolato al perseguimento di finalità di utilità sociale. Nella società civile europea, le fondazioni non costituiscono una figura innovativa di terzo settore, avendo fin dal tardo Medio Evo rappresentato una componente centrale del tessuto economico e sociale di molte comunità locali. È tuttavia solo nel corso degli ultimi due decenni che si è assistito in Europa a una vera e propria ?riscoperta? di queste istituzioni, che costituiscono oggi uno degli attori centrali del settore non profit, partecipando attivamente al processo di ridefinizione dei rapporti tra economia e società nel quadro di un processo di riforma dei sistemi di welfare state ispirato alla sussidiarietà. Secondo i dati forniti dall?European Foundation Centre (l?associazione costituita a Bruxelles nel 1989 che oggi riunisce circa 200 tra le maggiori fondazioni europee e internazionali e oltre 250 associazioni non profit), nei soli 15 paesi dell?Unione europea pre allargamento si contano circa 62mila fondazioni di pubblica utilità, la gran parte delle quali sono nate dopo la metà degli anni 90. L?attenzione rinnovata, in tutti i paesi, per le fondazioni è in primo luogo da collegarsi allo sviluppo che ha caratterizzato in questi anni l?intero settore non profit. Parallelamente al graduale disimpegno dello Stato nella produzione e nell?erogazione di un?ampia gamma di servizi di pubblica utilità tutti i Paesi europei sono stati stimolati a ricercare soluzioni di welfare mix che privilegiano la sperimentazione di soluzioni innovative nel rapporto pubblico-privato. Il processo di apertura al privato ha determinato una crescente valorizzazione dei corpi intermedi e un progressivo ampliamento degli spazi operativi per i soggetti del privato sociale, chiamati ad occupare una sfera di azione in molti Paesi a lungo dominata dalla presenza di uno Stato assistenziale o interventista o confinata ad un intervento residuale. Il rapido sviluppo delle fondazioni è indubbiamente ascrivibile anche ad alcune specificità di queste istituzioni, che ne fanno uno strumento flessibile e funzionale al perseguimento di una pluralità di interessi collettivi: l?autonomia gestionale e operativa connessa alla presenza di patrimoni spesso assai ingenti (le prime 10 fondazioni europee per assets detengono un patrimonio pari a circa 48 miliardi di euro), la spinta vocazione ad operare come grant-maker, la capacità di catalizzare risorse ed energie, contribuiscono a fare delle fondazioni un?importante modalità di articolazione della società civile e un ?laboratorio? per la sperimentazione di soluzioni istituzionali e organizzative innovative. Lo sviluppo delle fondazioni nell?ultimo decennio è stato infine sostenuto da un?ondata di riforme legislative, che hanno promosso la modernizzazione di queste istituzioni e costituito un incentivo ad un loro riposizionamento nel sistema economico-sociale.

Roberta Pezzetti è docente di Economia e gestione delle imprese a Pavia

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