Non profit

La grande finanza reinventa la filantropia

L'esperienza di Dynamo, un "motore" per finanziare l'imprenditoria sociale. Ne parla Maria Serena Porcari, il consigliere delegato

di Redazione

La Fondazione Dynamo si costituisce nella primavera del 2003 per volontà di Intek (e più nello specifico del suo amministratore delegato, Enzo Manes) holding di partecipazioni quotata alla Borsa di Milano. è una fondazione non patrimonializzata con asset particolari ma è in grado di supportare i singoli progetti sociali contribuendo ad attivare campagne di comunicazione e di fund raising alle quali partecipa attraverso la disponibilità di competenze specifiche. Per comprendere quali sono le caratteristiche di questa struttura abbiamo rivolto qualche domanda al consigliere delegato di Dynamo, Maria Serena Porcari. E&F: Quali sono le motivazioni che hanno portato alla nascita di Fondazione Dynamo? Maria Serena Porcari: è nata dalla motivazione di alcuni imprenditori attivi nel mondo della finanza e da imprenditori sociali che si sono uniti insieme e hanno disegnato un?iniziativa volta a dimostrare che progetti complessi aventi l?obiettivo prioritario di soddisfare bisogni possono essere migliorati ed implementati grazie ad una serie di competenze solitamente utilizzate nel mondo del business. La fondazione si è distinta sin dall?inizio per una scelta strategica di supporto alle istanze sociali volta ad intercettare e consolidare collaborazioni con realtà di grado di offrire, sempre pro-bono, kow-how in campo legale, strategico,finanziario e di comunicazione. E&F: Quali sono le modalità di erogazione di Fondazione Dynamo? Porcari: La fondazione si è concentrata sull?individuazione di figure di Social Entrepreneur in grado di sviluppare in modo imprenditoriale la realizzazione di progetti sociali. In particolare la ricerca si è focalizzata sulla scelta di start up poiché possono beneficiare in modo più sostanziale delle competenze professionali e degli strumenti messi a disposizione. Inoltre è proprio nella fase iniziale di un progetto sociale che sono richiesti maggiori sforzi di pianificazione e di impostazione delle linee guida. Ogni specifico progetto ha una sua specifica strategia di sostenibilità e di raccolta fondi per cui Dynamo, come tutte le società di venture capital, investe nei progetti in cui crede. Non vengono esclusi progetti più maturi che però debbono evidenziare un bisogno chiaro, come nel caso del supporto fornito per un anno intero ad Abio – Associazione Bambino in ospedale, attraverso risorse in termini di comunicazione già presenti nel network di relazione di Dynamo o reperite ad hoc. E&F: Come vi relazionate con il mondo non profit? Porcari: La fondazione cerca di individuare progetti che abbiano caratteristiche di innovatività e di replicabilità e che in particolare abbiano bisogno di essere disegnati e plasmati in modo più efficace. Seguendo queste priorità la fondazione ha individuato un progetto che sta seguendo ormai al 100% e che la coinvolgerà per i prossimi anni, il Progetto Villaggio. Il Villaggio, che sorgerà in Toscana, per bambini affetti da patologie gravi e croniche sarà una struttura in grado di ospitarli nel periodo post ospedalizzazione o in fase di remissione della cura in modo completamente gratuito e in accordo con i principali ospedali pediatrici italiani. Il modello del Villaggio non è stato inventato ex novo dalla fondazione ma è localizzato in Italia sulla base di un?esperienza nata venti anni fa nel Connecticut con la The Association of the Hole in the Wall Camps (www.holeinthewallcamps.org) e che si è concretizzata con strutture di successo, sia per numero di bambini e delle loro famiglie assistite sia per numero di donazioni ricevute, cinque negli Stati Uniti e tre in Europa.

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