Cultura
Speciale E&F: boom microcredito
Perché un big della finanza decide di aprire la filiale italiana di una ong esperta in microfinanza? Intervista a Massimo Ponzellini, fondatore di Planet Finance Italia
Roba da poveri o comunque da ?nicchia?: al microcredito per anni è stato appiccicato questo stereotipo. Poi l?Onu ha deciso di ?dedicargli? un anno, il 2005. Si sono quindi accesi i riflettori e si è scoperto che tale definizione non solo andava stretta ma era profondamente errata. Oggi il microcredito e, in particolare, la microfinanza (che oltre all?erogazione del credito contempera anche l?offerta di tutta una serie di servizi finanziari) è sempre più al centro del dibattito economico-finanziario dei Paesi cosiddetti ricchi. Non fa eccezione l?Italia e giovedì 10 novembre a Milano, il convegno organizzato dall?associazione Il Sole su Microcredito e imprenditoria nel Nord e nel Sud del mondo, sarà un?ulteriore, importante occasione per fare il punto sullo stato dell?arte del fenomeno.
Tra i relatori ci sarà anche Massimo Ponzellini, amministratore delegato di Patrimonio spa e, ?soprattutto?, fondatore e consigliere di Planet Finance Italia, filiale italiana dell?ong attiva nella microfinanza Planet Finance fondata in Francia da Jacques Attali, a lungo consigliere economico del presidente Mitterrand. A Etica&Finanza Ponzellini spiega quali scenari si prefigurano per il microcredito in Italia e nel mondo.
E&F: Perché la microfinanza oggi si va diffondendo sempre di più anche nei Paesi cosiddetti ricchi?
Massimo Ponzellini: Perché il processo di evoluzione che ha caratterizzato i sistemi bancari di questi Paesi ha complicato l?accesso al credito delle fasce deboli. Inoltre, il fenomeno dell?usura ha registrato un preoccupante incremento.
E&F: Secondo lei oggi le grandi banche mostrano un alto interesse per la microfinanza perché così riescono a raggiungere nuove fasce di popolazione o per via del ritorno reputazionale che ricavano dall?occuparsi anche di microfinanza?
Ponzellini: Sicuramente oggi le banche si occupano di microfinanza più per la buona reputazione che auspicano di ricavare che non per i contenuti di business. Naturalmente non manca la convinzione della bontà dello strumento finanziario.
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