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Gran Bretagna: nuove dimissioni Blunkett, trema governo Blair
Il ministro del lavoro e delle pensioni si è dimesso nuovamente dopo le precedenti dimissioni del dicembre 2004. Sarà sostituito da John Hutton.
E’ un fuoriclasse della controversia, sempre nel mirino della stampa popolare e persino oggetto di una piece teatrale. Ma Tony Blair l’aveva fortissimamente rivoluto al governo. E ora David Blunkett, grintoso ministro del lavoro e delle pensioni, che ha costruito una straordinaria carriera politica vincendo cecita’ e poverta’, si e’ dimesso per la seconda volta, facendo tremare l’esecutivo laburista e indebolendo lo stesso premier, che con lui perde l’alleato piu’ fedele.
Il ministro era sotto forte pressione per aver violato il codice ministeriale di condotta ed aver accettato un lavoro dopo le sue dimissioni precedenti (dicembre 2004) senza chiedere, come indica il codice, un consiglio all’apposito comitato indipendente. Le regole dicono che e’ necessario consultare il comitato se sono passati meno di due anni dall’incarico ministeriale, mentre per Blunkett erano passati pochi mesi. Due giorni fa il ministro aveva dovuto vendere delle azioni della societa’ per la quale era andato a fare il direttore, Dna Biosciences, dopo polemiche su un asserito conflitto di interessi. Lo scorso anno si era dimesso dal precedente governo Blair dopo essere stato accusato di aver facilitato l’emissione di un visto per la babysitter della sua ex amante.
Downing Street ha detto di aver accettato ”con riluttanza” la lettera di dimissioni, e intervenendo ai Comuni Tony Blair ha ribadito la sua fiducia all”’amico, persona onorevole e uomo di grande dignita”’ David Blunkett, affermando che la decisione e’ stata del ministro e non imposta dal premier. In parlamento l’opposizione si e’ scatenata: il leader conservatore Michael Howard ha accusato Blair di scarsa capacita’ di giudizio e di avere sempre meno potere all’interno del suo stesso esecutivo. ”La sua autorita’ se n’e’ andata come in un’emorragia. Per quanto tempo questo paese dovra’ tollerare un premier zoppo, al governo, ma non al potere?”, ha attaccato Howard. Blair, anche contro l’opinione di molti laburisti, aveva deciso il rientro di Blunkett nell’esecutivo.
Il governo Blair e’ lacerato dalle divisioni, e la perdita di un alleato potrebbe essere devastante per il primo ministro. Solo qualche giorno fa i ministri si sono scontrati sulla riforma del sistema scolastico, e sulla messa al bando del fumo dai locali pubblici. Blunkett ha tenuto una conferenza stampa in cui ha ringraziato il premier per la fiducia, si e’ detto ”orgoglioso” del lavoro svolto in questi sei mesi, e ha spiegato di essersi voluto dimettere ”per evitare imbarazzi al governo. Tony mi aveva chiesto di rimanere. Mi dispiace profondamente di avergli causato imbarazzo”. Dopo aver respinto ogni accusa di comportamento improprio negli ultimi giorni, oggi l’esponente laburista – che e’ cieco dalla nascita e si muove sempre con l’ausilio di un cane – ha ammesso di aver ”fatto un errore. E oggi ne pago il prezzo”.
Le sue dimissioni di dicembre, da ministro dell’Interno (posto che ricopriva dal 2001), erano state precedute da un circo di pettegolezzi e scoop alimentati dalla stampa popolare: la sua relazione con Kimberly Quinn, sposata, editrice di successo, si trasformo’ in una battaglia per la custodia del figlio che i due hanno avuto insieme, e per stabilire se il secondogenito della Quinn fosse anche suo (non lo era, come ha provato il test del dna). La vicenda del visto ‘facilitato’ per la babysitter americana di Kimberly lo aveva poi messo all’angolo. Era finito in un limbo politico da cui lo aveva richiamato Blair dopo la vittoria alle elezioni di maggio. Una scelta controversa che oggi il premier forse preferirebbe non aver fatto.
Downing Street ha appena comunicato che sara’ John Hutton, membro del gabinetto del premier Tony Blair, a sostituire Blunkett.
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