Non profit

Toc toc: Gino Strada bussa alla porta della Farnesina

Scooperation / Predica bene e razzola male il fondatore di Emergency, che ha chiesto (e ottenuto) l’idoneità al ministero degli Affari esteri per una donazione di 2milioni e 970 mila euro

di Paolo Manzo

Il fondatore di Emergency… … Predica bene ma razzola male e il motivo è presto detto. Da anni, da quando l?Italia è impegnata con scelte di politica estera discutibilissime non solo dal punto di vista etico (e lì c?è la posizione di Giovanni Paolo II d?inizio 2003), ma anche contrarie agli interessi nazionali che scavano le loro radici nella mediazione e nel fare l?ago della bilancia (e qui basta leggersi il Di Nolfo o il Duroselle, come ogni aspirante diplomatico è tenuto a fare), Gino è sempre in prima linea a tuonare contro i finanziamenti sporchi del sangue dei bambini e a fare dell?assenza di contributi governativi lo spirito guida di Emergency. Peccato che questa volta il fondatore della grande ong che rappresenta l?alternativa al restante mondo delle organizzazioni non governative italiane abbia chiesto (e ottenuto) l?idoneità al ministero degli Affari esteri. Con una deliberazione del Comitato direzionale datata 25 ottobre 2005, Emergency ha infatti ricevuto alla voce ?iniziative a dono? la bellezza di due milioni e 970mila euro. Il codice dell?allocazione è l?8292, il titolo del progetto è Riconoscimento di conformità – il diritto alla salute – Programma sanitario integrato, il Paese recipient il Sudan. Non sappiamo come Strada spiegherà ai suoi che Emergency non solo è stata ?promossa? durante il governo Berlusconi ma, anzi, guida il gruppo di quelli che hanno ricevuto più soldi governativi, avendo ricevuto il doppio della seconda ong finanziata dal Mae, l?Acra, e 56 volte di più dell?Ucsei ma – di certo ? si merita un aggettivo: stupefacente. Rato (Fmi) furioso con il G7… …La fonte è un altissimo funzionario del Fondo monetario internazionale: il G7, che decise di cancellare a Gleneagles il debito multilaterale di 40 miliardi a 18 Paesi «altamente indebitati», non consultò Rodrigo Rato, il direttore esecutivo dell?Fmi. L?ex ministro degli Esteri spagnolo, che era presente nella cittadina scozzese, chiamò immediatamente i suoi lanciando l?allarme: «Fate bene i conti». Il motivo? Semplice, i ?Grandi? avevano toccato il santuario del debito multilaterale, sino a ieri non modificabile dai governi ma solo dal Fondo stesso. Ma le promesse di Gleneagles non hanno costretto solo Rato & co. a rifare in fretta e furia i conti per trovare 40 miliardi che non erano in programmazione nel 2005; hanno messo in difficoltà anche i Paesi membri dell?Fmi, in primis l?Italia, che ha quote di competenza da versare al fondo in 20 anni pari a 2,2 miliardi di euro. La speranza è che il Fondo cancelli il debito mettendo mano alle sue riserve auree ma, di certo, Gleneagles ha mandato su tutte le furie el Señor Rato. Ilo torinese a rischio chiusura… …Ha suscitato ?terrore? negli uffici torinesi dell?Ilo, la possibilità paventata dai nostri diplomatici di una possibile chiusura a causa dei tagli tremontiani in Finanziaria. Terrore più che giustificato se pensiamo che, lo scorso anno, un terzo dei finanziamenti della sede erano statali, pari a 15 milioni di euro. E se pensiamo ai poveri dirigenti che percepiscono tra i 10 e 12mila euro mensili. A volte chiudere fa male al cuore. E al portafoglio.


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