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Studiate mediazione fa bene anche al business

È il consiglio di Gangfeng Zhang, prof cinese che ha studiato a Trento. Ora è tornato nella sua città, Hangzhou, a fare da ponte fra i ragazzi locali e quelli che arrivano dall'Europa

di Emanuela Citterio

Architettura, gioielli, moda. È la triade dei lavori ?più italiani? in Cina. A raccontarcelo è una voce che parla italiano sopra i rumori di una via trafficata nel cuore del gigante asiatico. Quella di Gangfeng Zhang, direttore del dipartimento di Gestione aziendale alla Zhejiang University di Hangzhou, una città industriale a 200 chilometri da Shanghai. Dieci anni fa, Zhang è stato il primo laureato cinese che dalla sua università si è trasferito in quella di Trento. In Italia è rimasto sette anni, per il dottorato e la ricerca in Gestione interculturale, che ha poi applicato a sei casi di aziende italiane che lavorano in Cina. Studium: È cresciuto il numero di studenti stranieri nelle università cinesi? Gangfeng Zhang: Qui abbiamo 1.500 studenti stranieri iscritti alla facoltà di Lingua e cultura cinese. Tre quarti sono coreani, per gli stretti rapporti commerciali sviluppati in questi anni con la Corea del Sud. Gli altri vengono dal Giappone, dagli Stati Uniti e dall?Europa, due sono italiani. La nostra è una delle università più grandi in Cina, con 23 facoltà e 40mila studenti. La maggior parte degli stranieri viene qui per imparare il cinese, ma ci piacerebbe organizzare scambi anche per le altre facoltà. Per questo stiamo cercando di aumentare l?offerta di corsi in inglese. Studium: Quali sbocchi lavorativi per gli italiani in Cina? Zhang: Sono ancora pochi gli stranieri che lavorano in aziende cinesi. Oltre alla lingua e alla cultura diversa, ci sono problemi molto concreti. A partire dallo stipendio, che è su misura della vita in Cina, ed è insufficiente per una persona che viene dall?Europa. Diverso è il caso di tecnici specializzati, ingegneri e professionisti di alto livello. Studium: Quindi, professioni altamente qualificate? Zhang: Nel campo dell?architettura gli italiani sono molto richiesti. A Shanghai, il restauro di Wai Tan Yuan, la strada di palazzi ottocenteschi lungo il fiume, è stato affidato di recente a uno studio italiano che ha un ufficio anche in Cina. Professionisti italiani lavorano poi nell?ambito del design dei gioielli e della moda. Studium: Esistono opportunità nel mondo della cultura? Zhang: Da noi insegna una docente italiana, ma perché la nostra università ha vinto un finanziamento del vostro ministero Affari esteri. Lo sbocco in questa direzione resta molto piccolo. L?aspetto positivo è che in questi anni si sono moltiplicati gli scambi con i nostri colleghi europei, docenti universitari che vengono qui per tenere seminari o per la ricerca. Studium: Che consiglio darebbe a chi sta studia la Cina in Italia? Zhang: Uno dei settori in cui vale la pena investire è quello della mediazione interculturale. Durante le mie ricerche in Italia ho esaminato sei casi di grosse aziende italiane che si sono incagliate in problemi di comunicazione e gestione delle risorse umane, alcune delle quali hanno dovuto chiudere in Cina per questo motivo. Studium: È difficile per uno studente italiano adattarsi in un?università cinese? Zhang: Non credo, l?ambiente universitario è molto accogliente. Certo, per gli inglesi e gli americani è più facile, perché trovano molti cinesi che vogliono imparare la lingua inglese e così anche loro imparano il cinese più in fretta.


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