Politica

Il barocco e la pace. Un dolce mix a Ragusa

Giro d'Italia / Questa settimana sosta in una zona in grande rilancio. Nel cuore della Sicilia, terra di dolcezze

di Redazione

Ragusa appare al turista come una visione irreale. Superati campi di carrubi e di ulivi, e le colline da cui fanno capolino le masserie – i ?bagghi? – ecco che quasi a sorpresa si materializza la città barocca. O meglio: le città. Sì, perché Ragusa ha la peculiarità di essere composta da due centri abitati: la città nuova, Ragusa superiore, con strade ampie e rettilinee, e Ibla, Ragusa inferiore, di impronta medievale. Su quel promontorio, quasi sospeso nel vuoto, si dispiega il suo groviglio di vicoli tortuosi e case ricche di decorazioni, un insieme magico e surreale che si regge in perfetto equilibrio fra le profonde gole dei canyon. Tetti, campanili, cupole affastellati come in un presepe, si inerpicano sulla roccia calcarea e dominano dall?alto l?intero paesaggio. Non è banale, in questo caso, definire la visione suggestiva. La storia di Ragusa, (Hybla è il nome che le diedero i siculi che la fondarono) è stata scritta da siculi, greci, romani, bizantini, arabi, normanni? e aragonesi: una ricca eredità oggi custodita nel Museo archeologico. Ma l?odierna città è l?esito del terremoto del 1693 che ebbe su Ragusa l?effetto di un Big Bang. Nella ricostruzione i suoi cittadini si adoperarono in modo febbrile, ma, divisi sulla scelta del sito della ricostruzione, diedero vita a due centri. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un capolavoro barocco, patrimonio dell?Unesco. Per raggiungere Ibla si scende lungo i tornanti, fino a scorgere la chiesa di Santa Maria delle Scale. Da qui in avanti bisogna armarsi di curiosità e pazienza, per godere a pieno le meraviglie del luogo. Camminando tra gli stretti vicoli che si inerpicano sulla roccia, e poi scendono, e diventano scalinate vertiginose, e passaggi nascosti, cortili e piccole gallerie, vengono rievocate sensazioni di altri tempi. Dall?alto dei balconi, delle finestre, dei cornicioni e dei portali, personaggi grotteschi in pietra calcarea, draghi, rospi, serpenti, leoni, in un?infinita varietà faunistica, sembreranno ammonire il vostro passaggio, o al contrario vi strapperanno un sorriso. Un esempio per tutti è il Palazzo Cosentini con il suo leggendario balcone popolato dai ?mascaruna i l?Archi?, leggiadre figure femminili accanto a ghigni di maschere barocche. Agli angoli delle case si possono notare invece le ?fiuredde?, le edicole votive. In questo cammino che si snoda in modo del tutto casuale, avvolti da un insolito silenzio, sembra di muoversi in un labirinto. Ma il territorio di Ragusa ha un altro segno distintivo, oltre il barocco: è la pace. A pochi chilometri da qui, a Pozzallo, nel gennaio 1904 era nato Giorgio La Pira. Tre anni prima a Modica, invece, aveva visto la luce Salvatore Quasimodo. Insieme studiarono ragioneria a Messina: anni passati in realtà a parlare di poesie e di avanguardie. Qualche anno dopo La Pira confidò proprio all?amico Totò il segreto della propria conversione: «Sono stato troppo vagabondo in questo errare senza posa; io ho sempre avuto in me sete di ascesi, sete di profondo annullamento nel mio essere primiero che si ricollega a Dio; sono stato troppo lontano, troppo deserto, troppo mistero». Oggi Quasimodo è ricordato con un bel Parco letterario, che comprende la sua casa natale, a Modica. Invece il segno di La Pira è nella quantità di azioni e di lavoro per la pace che si fa sul territorio. A Ragusa c?è una Scuola della pace e della solidarietà (tel. 0932.676585). Ma il luogo simbolo della non violenza è la vicina Comiso, famosa per essere stata negli anni 80 base Nato con ben 200 missili Cruise. Il nome di Comiso quindi si associa alle grandi manifestazioni per la pace di quel periodo. Oggi la base è stata smantellata e l?aeroporto sta per essere convertito ad aeroporto civile. Ma, per non dimenticare, il 31 dicembre si tiene una marcia della pace che parte da Ragusa e arriva a Comiso. Da non perdere Organo, voce barocca Imperdibile il Festival Organistico che si svolge tra novembre e dicembre in tutte le chiese di Ragusa. Museo Archeologico Ibleo Ragusa, via Natalelli, tel. 0923.622963 Treno del sud-est Dal marzo a settembre un treno d?epoca collega Siracusa, Ragusa, Modica e Scicli. Su prenotazione. tel. 0934.531318 Castello di DonnaFugata Un caso storico per le trasformazioni subite: da masseria fortificata a castello neogotico. A 20 km da Ragusa, tel. 0932.221511 Parco letterario Quasimodo Si trova a Modica. Orario 10-13;16-19. Chiuso il lunedì. tel. 0932.752897

Mariangela Mistretta


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