Non profit
Partecipazione onlus alle società di capitale: nuove interpretazioni
In tal senso il Fisco ha espresso un principio di fondo: le attività di semplice detenzione patrimoniale non violano in alcun modo i vincoli di operatività delle onlus
Abbiamo letto che una onlus non può detenere una partecipazione in una società commerciale seppure questa si riveli strumentale all?attività esercitata. Ritiene sia corretta come interpretazione?
L?interpretazione in tal senso è stata fornita dall?amministrazione finanziaria in una recente risoluzione (ris. n. 83/E del 30 giugno 2005). In detta occasione il Fisco ha espresso un principio di fondo, a mio avviso, molto interessante e di indirizzo per la correttezza amministrativo-tributaria delle onlus: le attività di semplice detenzione patrimoniale non violano in alcun modo i vincoli di operatività delle onlus (divieto di svolgere attività diverse da quelle istituzionali fatta eccezione per quelle a esse connesse).
In tale ottica la semplice detenzione patrimoniale di partecipazioni in società di capitali non viola il vincolo operativo sopra riportato. Sempre secondo questa linea interpretativa, l?amministrazione finanziaria ha espresso l?opinione per cui nel momento in cui la detenzione della partecipazione assume dei connotati differenti, la stessa qualifica tributaria di onlus sarebbe a rischio.
Nel definire il ?limite invalicabile di operatività? di cui sopra, la citata risoluzione sembra aver innanzitutto definito come sintomatico dell?esercizio di attività non consentite il potere, attribuito alla onlus, di coordinamento e direzione della società partecipata che, a sua volta, si presume esserci ogni volta che la partecipazione sia una partecipazione di controllo. La semplice detenzione di una partecipazione ?non di controllo? pone al riparo dal rischio di perdita della qualifica; in caso contrario, detto rischio potrebbe forse essere evitato con dei ?protocolli di autonomia? riportati dalla cronaca specializzata (vd. Il sole 24 ore -10 ottobre 2005, pag. 29).
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