Mondo
Adozioni in Bielorussia: quella firma che si fa attendere
La delegazione parlamentare che ha lasciato a Minsk la presidente Cai punta il dito sul ministro Prestigiacomo. Compresa la presidente Burani, di FI
“Mi auguro che si arrivi a firmare, perché si rischia un incidente diplomatico con la Bielorussia e una ferita pesantissima a un intero mondo di famiglie italiane pronte all’accoglienza”, così l’onorevole Marida Bolognesi commenta, a caldo, queste ore di penosa attesa per la risoluzione del blocco delle adozioni in Bielorussia.
In queste ore, a Minsk è rimasta la presidente della Cai, Roberta Capponi, che dovrebbe apportare, per il ministro Prestigiacomo, la “firma tecnica” a un accordo già concluso, nei giorni scorsi, tra i ministri bielorussi e la delegazione di parlamentari (di tutti gli schieramenti), componenti la Bicamerale Infanzia. Invece di firmare, pare che la presidente Cai abbia riaperto la trattativa con il ministro dell’Istruzione bielorusso, e la cosa lascia tutti, soprattutto le famiglie in attesa di concludere le pratiche di adozione, con il fiato sospeso.
La Commissione bicamerale per l’infanzia oggi ha denunciato, in una conferenza stampa, ”l’irresponsabilita”’ del governo per non aver ancora firmato il documento ”che avrebbe sbloccato i 150 casi sospesi ed aperto la strada alle nuove adozioni”.
L’accusa, in particolare, al ministro per le pari opportunita’ è di peccare di ”personalismo”.
La Commissione chiede al governo il perche’ della mancata firma del protocollo (perche’ lo ritiene ”insodisfacente”?) e di giungere al piu’ presto comunque a un’intesa. La stessa presidente della Bicamerale, Maria Burani Procaccini (FI), ha illustrato le fasi che hanno portato all’intesa politica e Marida Bolognesi (che ha fatto parte della missione) ha distribuito alla stampa i materiali riservati della trattativa: il protocollo conclusivo e il testo del compromesso ritenuto accettabile dal ministero affari esteri in cui, ”virgola piu’ virgola meno”, ha affermato, “mostra che e’ stato recepito dal protocollo”.
Per i parlamentari (presente anche un altro deputato Ds, Piero Ruzzante che ha partecipato alla missione) la mancata firma del protocollo mette a rischio i rapporti con la Bielorussia anche i soggiorni estivi dei bambini bielorussi, 30 mila ogni anno, ospitati da famiglie italiane.
La Burani Procaccini, sottolineando la ”coralita”’ di azione fra maggioranza e opposizione, ha spiegato che la missione parlamentare ha avuto come base di confronto un documento tecnico messo a punto dalla Cai e che, stante l’embargo europeo verso questo paese, la diplomazia parlamentare e’ l’unica che puo’ dialogare con le istituzioni bielorusse. ”Nei giorni in cui siamo stati li’ – ha detto – ho avuto contatti continui con il ministro Prestigiacomo e con il ministero affari esteri, che mano a mano ci davano indicazioni. Abbiamo avuto espressioni di simpatia per il nostro paese e c’era la volonta’ politica di fare un’eccezione per gli italiani superando quindi il blocco”.
Al rientro in Italia, prosegue la Burani, ”ho visto agenzie che delegittimavano la nostra missione. Nessun organo del governo puo’ delegittimare un organo parlamentare”.
Per Bolognesi, ”e’ curioso cio’ che e’ successo. La tv bielorussa ieri titolava ‘riapriamo le adozioni con l’Italia’. Come parlamentare, come cittadina, come mamma adottiva vorrei sapere perche’ il ministro Prestigiacomo ha dato mandato alla presidente della Cai di non firmare, qual e’ la valutazione tecnica. Speriamo che firmi qualunque accordo ma che la firma avvenga al piu’ presto, in queste ore”.
”Prestigiacomo – ha continuato – si e’ assunta una grande responsabilita’. Se il problema e’ il ruolo politico glielo lasciamo, a noi basta il riconoscimento politico. Non si puo’ far pagare agli altri il proprio personalismo”. Anche Ruzzante ha definito l’intesa uno ”straordinario risultato politico” e non e’ comprensibile ”l’atteggiamento irresponsabile e pretestuoso del governo. Chiediamo che spieghi al Parlamento e alle famiglie la sua posizione sul protocollo”.
La Commissione infanzia, nel suo complesso, presentera’ una mozione in cui impegna il governo perche’ venga posta la firma su quel protocollo. Presente alla conferenza stampa anche il Coordinamento famiglia adottanti in Bielorussia (circa 300 iscritti), che ha detto che ”non accettera’ il fallimento di questo protocollo per motivi politici e che denuncera’ le eventuali responsabilita’ civili”.
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