Mondo
Senegal: Dakar corteggia Pechino a scapito di Taiwan
Dopo nove anni di rottura diplomatica, il Senegal si riavvicina alla Cina riconoscendo che Taiwan è parte integrante del territorio cinese
Il governo senegalese ha annunciato oggi la ripresa delle relazioni diplomatiche tra il Senegal e la Cina dopo nove anni di rottura politica. Nel 1996, Dakar aveva riconosciuto la Repubblica di Taiwan nei confronti della Cina. Ma in base a “un’analisi oggettiva e approfondita della geopolitica mondiale”, un comunicato del ministero degli affari esteri senegalese fa sapere che da oggi il Senegal “riconosce” che Taiwan fa “parte integrante del territorio cinese”.
L’annuncio è stato fatto al termine dell’incontro che si è svolto oggi a Pechino tra il Ministro degli affari senegalese Cheikh Tidiane Gadio e il suo omologo cinese Li Zhaoxing. Nel comunicato, si legge che entrambi i Paesi “si sono accordati per un nuovo scambio di ambasciate in conformità con gli interessi e le aspirazioni dei popoli senegalese e cinese”.
A Taipei, la notizia non ha fatto certo piacere. L’ambasciatore di Taiwan a Dakar, Blanche Hsu, ha espresso all’Afp “il nostro rammarico per la decisione presa, ma anche per quanto è stato su Taiwan, considerata una provincia che fa parte integrante della Cina”.
Dichiarazioni di fuoco che potrebbero fare da preludio all’interruzione di rapporti diplomaticin e economici che vede Taipei sovvenzionare con oltre 91 milioni di euro una trentina di progetti di sviluppo in Senegal.
Sul fronte della diplomazia senegalese, “la decisione corrisponde perfettamente agli interessi fondamentali del nostro Paese”. Dichiarazioni di circostanze a cui fano “echo” le rivelazioni di una fonte dell’Afp vicina al presidenza del Senegal secondo la quale “visto la posizione geopolitica mondiale della Cina, non era più ammissibile per il Senegal mantenere questa posizione ostile nei confronti di Pechino”.
Si riducono ormai a sei il numero dei Paesi africani (Burkina Faso, Gambia, Malawi, Sao Tomé e Principe, Swaziland, Ciad) che riconoscono la sovranitò di Taiwan, isola separata de facto dalla Cina dal 1949, ma che Pechino considera parte integrante del territorio cinese.
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