Politica

Finanziaria, la bocciatura dell’Arci

In corso a Stresa la 1^ Conferenza nazionale dell'Associazionismo di promozione sociale

di Redazione

La legge finanziaria non convince il mondo, sempre piu’ importante, dell’Associazionismo di promozione sociale. Una realta’ fatta ormai da oltre cento sigle (si va dalle Acli, all’Arci, a Legambiente, alla Compagnia delle Opere, al Cts) e da migliaia di operatori riuniti da oggi a Stresa, sul Lago Maggiore, per la 1^ Conferenza nazionale che si chiudera’ domani con la presenza del Ministro Roberto Maroni. Un’occasione per fare il punto sulla legge 383 del 2000 che regola il settore ma anche per riflettere su temi quali l’impresa sociale, le prospettive dell’associazionismo di promozione sociale nelle sue diverse sfaccettature come l’assistenza alla disabilita’, i minori, la cultura e lo sport. Il tutto, naturalmente, senza poter prescindere dalle risorse sulle quali il welfare potra’ contare in futuro. ”La finanziaria che si sta per approvare – e’ il punto di vista del presidente dell’Arci, Paolo Beni – rappresenta il tentativo improbabile e goffo di aggiustare i conti pubblici scaricandone il peso sulla periferia, sui governi locali e sui servizi essenziali alla persona”. Tagli agli enti pubblici locali che preoccupano anche una realta’ come l’Arci. ”Certamente questo clima si ripercuote anche sulle realta’, come le nostre, che esprimono i bisogni delle persone. In questa ottica giudichiamo ambigua anche la proposta del cinque per mille visto che da una parte si indebolisce il pubblico locale e dall’altro si tenta di risolvere il problema con erogazioni al terzo settore”.


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