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Messico: l’uragano Wilma è arrivato sulle coste, venti a 230 km/h

Wilma è stato classificato come il più forte uragano atlantico di sempre con una pressione barometrica di 882 millibar

di Chiara Brusini

Wilma si è abbattuta sul Messico sotto forma di un pericoloso uragano di categoria quattro e sta provocando seri danni nelle splendide località che punteggiano la costa atlantica del paese, da Playa del Carmen a Cancun. Dopo essere sbarcato sul Messico nei pressi dell’isolotto di Cozumel (una delle destinazioni preferite dagli amanti dello scuba diving), Wilma ha iniziato una lenta marcia lungo l’entroterra dello Yucatan. Secondo le ultime rilevazioni del centro nazionale uragani, Wilma si muove alla velocità di circa 9 chilometri orari con raffiche massime che raggiungono i 230 chilometri orari. Nei giorni scorsi, Wilma è stato classificato come il più forte uragano atlantico di sempre con una pressione barometrica di 882 millibar, 6 in meno del precedente detentore, Gilbert, del 1988. Più bassa è la pressione barometrica e maggiore è la forza dei venti. I danni che Wilma minaccia dunque di provocare alle infrastrutture del paese sono dunque ingentissimi. Secondo le previsioni dei metereologi, Wilma – che nei giorni scorsi ha già provocato 13 vittime ad Haiti e in Giamaica – dovrebbe dirigersi verso Cuba nella giornata di domani per poi proseguire verso la Florida. Lo stato governato da Jeb Bush ha dichiarato ieri lo stato di allerta e ordini di evacuazione sono stati diramati per i turisti che si trovano nelle regioni meridionali della Florida (note come Florida Keys). In base alle stime degli esperti, Wilma dovrebbe tuttavia indebolirsi sensibilmente prima di arrivare sulla costa americana tanto da scendere a uragano di categoria uno. Nell’attesa di conoscere l’esatta traiettoria dell’uragano, i gruppi petroliferi intanto preferiscono non correre rischi. Chevron e Total hanno appena annunciato un ordine di evacuazione per tutto il personale non strettamente necessario dalle piattaforme nel golfo del messico e ieri provvedimenti analoghi erano stati adottati da altri colossi dell’energia.


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