Sostenibilità

L’educazione in verde? Deve diventare adulta

"La formazione ambientale è un salvagente fondamentale soprattutto se rivolta ai più grandi". Intanto però i fondi scarseggiano. Intervista a Diego Tommasi.

di Chiara Sirna

«Questo governo ha disatteso gli impegni presi con il programma Infea – Informazione, Formazione e Educazione Ambientale, bloccando i finanziamenti e oggi le Regioni sono costrette a sostenerlo autonomamente». è diretto l?affondo politico dell?assessore all?Ambiente della Calabria, Diego Tommasi, che da giugno scorso ha raccolto dalla Regione Piemonte le redini del progetto lanciato dal ministero dell?Ambiente diventandone quindi il capofila nazionale. Ecomondo: La legislatura è agli sgoccioli. Quali sono le prospettive in materia di educazione ambientale? Diego Tommasi: Il governo ha deciso di non portare avanti il progetto Infea sospendendo i finanziamenti. Si è visto qualche contributo soltanto il primo anno, poi tutto è andato scemando. Inoltre, il ministro Matteoli era assente al congresso mondiale di educazione ambientale che si è tenuto dal 2 al 6 ottobre a Torino. Mi sembra di per sé gravissimo. In qualità di coordinatore pretendo un documento in cui si affermi esplicitamente la necessità di sostenere il progetto e creare reti regionali. Ecomondo: Cosa chiede al ministero? Tommasi: Un rafforzamento delle iniziative di educazione. Quelle locali sono numerosissime e di estremo valore, ma fino a quando non verranno messe in rete non riusciremo mai a raggiungere i traguardi che tutti si auspicano a parole. Bisognerebbe ripartire dagli ottimi risultati già raggiunti con i centri di educazione e il coinvolgimento di migliaia di cittadini per introdurre poi una collaborazione trasversale. Se gli accordi periferici non vengono sostenuti dal centro, non si arriva a capo di nulla. Ecomondo: Cosa fa in concreto il progetto Infea? Tommasi: La nota dolente è la mancanza di risorse, certo non di idee. Si è fatto di tutto: corsi di formazione, escursioni in aree protette, programmi didattici con le scuole, laboratori creativi, divulgazione di materiale informativo sulle peculiarità ambientali regionali… Ecomondo: Come si realizza un?adeguata educazione ambientale? Tommasi: I giovani sono fondamentali, ma non bisogna dimenticare gli adulti. La filosofia governativa di non inasprire le pene senza risolvere i problemi di fondo, invece, non mi sembra la più adeguata. Oggi alla luce di quanto previsto nei decreti della legge delega sull?ambiente siamo molto preoccupati. Non soltanto perché è stata calata dall?alto, ma anche perché ha prodotto un solo risultato: quello di scardinare il potere decisionale degli enti locali, per accentrare tutto sul governo. Ecomondo: Crede sia necessaria una maggiore autonomia dell?educazione ambientale rispetto alle emergenze naturali? Tommasi: Sì, ma anche in Italia si continuano a sollevare i problemi soltanto di fronte ai disastri. Ci vogliono lo tsunami, Rita o Katerina per risvegliare menti assopite e distratte. Invece bisognerebbe iniziare a capire che le emergenze scoppiano per responsabilità storiche ben precise. Ecomondo: I protocolli sottoscritti dall?Italia in materia ambientale, tra cui anche quello di Kyoto, prevedono esplicitamente iniziative formative… Tommasi: Certo, ma vengono disattesi proprio per colpa di una mentalità lassista. Soltanto quando la politica incomincerà a introdurre progetti di formazione a lungo termine potremo dire finalmente di rispettare la legge 121 e il Protocollo di Kyoto. Ecomondo: Mi tolga una curiosità. Sul sito del progetto Infea in Calabria ho visto che sono stati creati laboratori territoriali e centri di esperienza ambientali. Ma cliccando sulla voce ?pubblicazioni? non compare nulla. Colpa di un mancato aggiornamento oppure finora non è stato prodotto niente? Tommasi: Tra laboratori e centri abbiamo in piedi 17 progetti e molti di loro hanno prodotto esperienze di eccellenza. Ci sono stati tre o quattro mesi di pausa tra la vecchia e la nuova giunta, e quindi soltanto adesso la macchina sta ricominciando a funzionare a pieno ritmo. Il sito non è aggiornato, è vero, ma i risultati sul territorio sono di assoluto rilievo. Tantissime le pubblicazioni e le attività sul tema dell?acqua, delle biodiversità, della protezione della natura, ma vale la pena menzionare anche i progetti didattici con gli studenti, l?educazione agli adulti, i percorsi per non vedenti con l?iniziativa L?ambiente per tutti, i laboratori creativi, tra cui anche La fotografia della natura, I suoni della natura, il Laboratorio botanico. E infine i concorsi dedicati alle scuole come Disegna la natura o Un film per la natura.

Info: La Calabria tira il gruppo

Infea è un programma lanciato dal ministero dell?Ambiente e gestito dalle Regioni per promuovere l?informazione, la formazione e l?educazione ambientale sul territorio. In Calabria, che oggi ne è capofila, la creazione di una rete regionale di coordinamento – Creare – è stata la premessa allo sviluppo delle iniziative previste nel progetto. Tra le attività svolte dai cinque laboratori territoriali e i 12 centri di esperienza sono comprese non soltanto la divulgazione di materiale informativo sullo status ambientale della regione, ma anche progetti didattico-educativi con le scuole e la cittadinanza locale. In particolare percorsi naturalistici, laboratori ricreativi di fotografia e disegno sulla natura e consulenza e formazione per gli insegnanti.

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio


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