Economia
Alle coop bianche dico…
"LOpa su Bnl dimostra che siamo cresciuti tanto perché abbiamo prodotto tanta ricchezza sociale". Intervista a Pierluigi Stefanini.
Ormai ci siamo. Il semaforo verde per l?aumento di capitale di Unipol è scattato. Nel giro di qualche giorno dovrebbe arrivare l?autorizzazione all?Opa sulla Bnl da parte di Bankitalia e Isvap. E a quel punto l?operazione finanziaria che ha tenuto banco per tutta l?estate coinvolgendo, a vario titolo, l?establishment politico ed economico del Paese, andrà in porto. Tra i protagonisti di questa vicenda un ruolo di primo piano spetta senza dubbio a Pierluigi Stefanini, presidente di Coop Adriatica e della finanziaria Holmo, che tramite Finsoe detiene il controllo di Unipol. Sebbene le sue giornate siano comprensibilmente fitte di impegni, Stefanini accetta di buon grado di fare con Vita un primo bilancio di questa ?avventura?.
Vita: Quali sono le critiche che nelle ultime settimane l?hanno più colpita?
Pierluigi Stefanini: Fondamentalmente due: la prima, quella di essere stati scorretti, di non aver rispettato le leggi o di aver adottato comportamenti eticamente discutibili. La seconda, questa idea un po? pregiudiziale verso il mondo cooperativo che, per ragioni ?fisiologiche?, oltre una certa soglia dovrebbe smettere di svilupparsi, di accrescere il suo peso sul mercato.
Vita: L?operazione Unipol-Bnl ha tuttavia diviso lo stesso mondo cooperativo. Che idea si è fatto di queste valutazioni differenti?
Stefanini: Intanto vorrei capire meglio cosa pensano le cooperative bianche perché, per esempio, ho visto interessanti prese di posizione delle cooperative del Trentino che certo rosse non sono. Così come ho letto dichiarazioni altrettanto interessanti di rappresentati della cooperazione dell?Emilia Romagna. Osservo che ci sono posizioni diverse, articolate. Più che di divisioni parlerei di accenti, di punti di vista che, indubbiamente, su un?operazione così grande sono anche legittimi.
Vita: Come valuta la circostanza che il Monte dei Paschi abbia deciso di defilarsi?
Stefanini: Non gli darei una coloritura politica, si è trattato di una valutazione di ordine economico e finanziario. Mps è già una presenza importante nel settore finanziario del nostro Paese, probabilmente ritiene di dovere crescere per linee interne, ma in questo caso non ha ritenuto opportuno partecipare al nostro progetto. Noi rispettiamo questo atteggiamento. Tra l?altro, alla nostra assemblea cui loro partecipano, hanno dato voto favorevole all?aumento di capitale pur non aderendovi. Quindi i rapporti sono molto sereni e positivi.
Vita: Lei ha sostenuto di recente che sarebbe opportuno che Montezemolo studiasse il fenomeno cooperativo così come voi avete studiato il capitalismo. Perché una simile affermazione? Qual è la posta in palio di questa operazione?
Stefanini: La posta in palio è legata a due elementi chiave per noi cooperatori: il primo è che non bisogna mai perdere di vista il radicamento sul territorio e il contesto locale con cui abbiamo a che fare. Su questo fronte c?è una debolezza della politica italiana e, più in generale, delle istituzioni che tendono a sottovalutare drammaticamente i colpi che il Paese sta perdendo. Il secondo elemento è più legato alla natura cooperativa: noi siamo cresciuti così tanto in questi anni perché per noi reinvestire nella cooperativa, produrre ricchezza da rimettere in circolo e destinare a scopi sociali e ambientali, sono aspetti imprescindibili della nostra attività che l?imprenditore ha ormai perso di vista. Come può riprendersi l?economia italiana se non partiamo dai fondamentali? Quali contenuti di innovazione vogliamo promuovere nell?economia? Da qui la mia frase su Montezemolo che vuol essere solo una provocazione culturale.
Vita: Che cosa sta imparando di più in questo frangente?
Stefanini: Innanzitutto l?importanza della comunicazione. E poi sto cercando di acquisire tutta una serie di conoscenze concernenti il mercato finanziario, la Borsa, gli enti regolatori.
Vita: Qual è l?etica irrinunciabile dell?etica cooperativa?
Stefanini: Salvaguardare la dignità e i diritti delle persone che lavorano con noi.
Vita: C?è il rischio che la crescita dimensionale possa ?sacrificare? tali caratteristiche?
Stefanini: Questo rischio c?è sempre. Dobbiamo quindi individuare quelle modalità anche gestionali, di governance e di comunicazione per fare in modo che questo rischio non venga mai sottovalutato.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.